rassegna stampa

Mister Golarov, fascia da duro

Dodici partite giocate fino a questo momento, 3 gol realizzati tutti decisivi

Redazione

Kolarov è quello che qui, qualcuno, non voleva, e al suo arrivo ha storto un po' il naso, perché un laziale nella Roma stona. Del resto a Kolarov, di laziale, è rimasto davvero poco, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero perché ha passato tanti anni a Manchester, sette, e in Premier ha assaporato un calcio che poco ha a che fare con questi campanilismi. Roma è stata la sua possibilità matura, da cogliere al volo.

Quella braccia larghe a Bergamo dopo il gol vittoria, quel ricominciamo, quell'abbraccio, sono stati un nuovo inizio: 12 partite giocate fino a questo momento, 3 gol realizzati (tutti decisivi, Bergamo, Londra e Torino) e 4 assist (solo contro l'Udinese gli sono stati risparmiati gli ultimi 17 minuti, solo Alisson ha giocato più di lui).

Cartellino e stipendio sono stati pagati con la cessione di Mario Rui, girato al Napoli. Tanto per fare due conti approssimativi.  A proposito di terzini: finalmente la Roma, appunto a basso costo, ha un calciatore di altissimo livello sulla fascia sinistra.

Roba da tornare indietro nel tempo, ai livelli di Vincent Candela, di Sebino Nela o nell'èra moderna Max Tonetto. Partendo dal 2011 si sono alternati in quel ruolo anche discreti calciatori ma senza mai trovare pace, perché per un motivo o per un altro, quella fascia è sempre rimasta più o meno scoperta.

Aleksandar è entrato subito a pieni uniti nello spogliatoio dei giallorossi. Perché lui, come qualche tempo fa succedeva a Maicon, emana personalità. Il brasiliano giocava con la faccia, Aleksandar gioca anche con le gambe, con quella finta che tutti conoscono ma che alla fine riesce sempre. Perché, stando ai racconti di Di Francesco, si allena con la serietà e la determinazione di un esordiente. E' amico di De Rossi, di Dzeko, con loro è tra i più ascoltati dal gruppo.