La procura non si occupa solo dei manichini appesi davanti al Colosseo. C'è anche un secondo procedimento che approda in udienza preliminare, come scrive Michela Allegri su Il Messaggero. Sul banco degli imputati, tre ultrà romanisti che hanno scelto il rito abbreviato e che, per la Digos, avrebbero messo in atto una "strategia" del terrore in danno dei calciatori. L'episodio è del 2015, ma il processo si discuterà a metà mese.
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Minacce a Totti e De Rossi: “Una strategia del terrore”
L'episodio è del 2015, in Roma-Fiorentina di Europa League, ma il processo si discuterà a metà mese
La procura contesta la violenza privata nei confronti di Francesco Totti, De Rossi, Morgan De Sanctis e Juan Manuel Iturbe. Gli ultrà, durante la partita di Europa League Roma-Fiorentina avrebbero praticamente costretto i giocatori a piegare il capo sotto la curva, «a subire sputi, lancio di oggetti, insulti», si legge nel capo d'imputazione formulato dal pm Eugenio Albamonte.
Per gli inquirenti, i giocatori avrebbero mentito, comportandosi in modo «omertoso», perché spaventati. La loro condotta, si legge nell'informativa, "appare condizionata da un clima di intimidazione". Nel 2015, il gip, rigettando la richiesta con cui la procura aveva chiesto l'arresto degli imputati, aveva definito «credibili» le dichiarazioni dei calciatori. Ma il pm non concorda.
Agli atti c'è un video che, per gli investigatori, sarebbe la prova del ruolo di leadership di un capo ultrà e, soprattutto, del clima di sottomissione che aveva pervaso la squadra. Il tifoso si fa largo tra gli spalti, si rivolge a De Rossi e, "solo dopo che ha finito di parlare, ai giocatori è concesso rientrare negli spogliatoi». Gli inquirenti parlano di «un'escalation di violenza", partita con altri episodi di tensione dello stesso periodo, che supportano la tesi della strategia messa in atto dagli ultrà.
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