Chiamatemi pure buonista. E insultatemi, se volete. Ma resto convinto che nessun tifoso giallorosso abbia il diritto di insultare Daniele De Rossi. Neppure il più appassionato o più deluso. Può anche andare via, ma il suo rapporto con la storia del’AS Roma non può essere deformato dalle parole ingiuste che vengono pronunciate in questi giorni. Nel bene e nel male, Daniele è uno di noi e ha dato tutto quello che ha potuto, in mezzo a mille difficoltà umane. Calcio e polemiche a Roma vanno insieme, ma adesso è un momento in cui è necessario concentrarsi sul campo e sul gioco. Firenze ha confermato che in Europa è possibile e necessario andare avanti, anche se ancora una volta la Roma ha raccolto meno di ciò che meritava. E stasera contro la Sampdoria giochiamo per difendere il secondo posto, non basta il pareggio. Ci vuole concentrazione e testa libera dai veleni grandi e piccoli. È assolutamente inutile discutere se è meglio giocare in undici, è ovvio. Qualunque sia stato lo spirito di Nainggolan, non è una bestemmia. Ed è sospetta, secondo me, anche la improvvisa ondata di critiche a Garcia. Per esperienza, di solito succede con l’allenatore quando si cerca un capro espiatorio, per coprire responsabilità della società. Spero di sbagliare e che questa settimana rivedremo la Roma che ci piace, a cominciare da stasera contro la Sampdoria dell’ex Mihajlovic, tifoso della Lazio dichiarato. Un motivo in più, ne converrete, per tornare a vincere all’Olimpico dopo una vita. I giallorossi hanno bisogno come il pane di una vittoria, anche in vista della gara di giovedì contro la Fiorentina in Europa League.
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Giù le mani da De Rossi
"Nel bene e nel male, Daniele è uno di noi e ha dato tutto quello che ha potuto, in mezzo a mille difficoltà umane"
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