Gianluca Mancini è nato e cresciuto a 350 chilometri da Roma, ma gli sono bastati pochi anni nella Capitale per diventare un idolo della tifoseria. Non porta più la fascia da capitano al braccio poiché il numero di presenze in maglia giallorossa (277) è decisamente più basso rispetto a Pellegrini (316), Cristante (321) ed El Shaarawy (323). Ma per molti rimane il leader della squadra e domenica guiderà nuovamente la difesa nel derby. È il titolare inamovibile della difesa e nelle prime tre è sempre rimasto in campo. Sente la stracittadina come un romano nato a Testaccio e la Curva Sud nella passata stagione gli ha dedicato uno stendardo che lo ritrae in un momento poco amichevole con Marusic, scrive Daniele Aloisi su Il Messaggero. Una stracittadina l’ha anche decisa con un colpo di testa ad aprile del 2024, poi l’esultanza post gara con la famosa bandiera col topo ha scatenato diverse polemiche dall’altra parte del Tevere. Tra 4 giorni giocherà il suo quattordicesimo derby e il bilancio è al momento in negativo: cinque le vittorie dei biancocelesti, quattro quelle dei giallorossi. È arrivato nell’estate del 2019 dopo l’ottima annata con Gasperini all’Atalanta. E con lui il campo il tecnico non ha mai perso contro la Lazio: due successi su due partite.
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