E adesso tocca a loro due, a Lukaku e Dybala. Queste devono essere le loro partite, quelle dove fanno la differenza. Nelle stracittadine non esiste né il passato tantomeno il futuro. Quello che conta - sottolinea Stefano Carina su 'Il Messaggero' - è il presente. E allora amen se la Roma ha perso a Praga, si è complicata la vita in un girone a dir poco semplice in Europa League e in campionato sinora viaggia in un anonimato di difficile interpretazione. Bisogna ripartire e paradossalmente il derby è la partita migliore. Quella dove la giocata e l'episodio la fanno da padrone. E allora chi meglio di Romelu e Dybala che abbinano potenza e classe, forza e la qualità. Lukaku non avrà ancora giocato la stracittadina romana ma nel corso della lunga carriera sfide incrociate nella stessa città non sono mancate. A partire da Milano dove è stato a dir poco decisivo. Nei primi cinque confronti con i rossoneri (4 in campionato e una in coppa Italia) ha sempre segnato. Ma anche in Inghilterra spesso e volentieri decisivo.
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Lukaku più Dybala, la terapia di coppia per ritrovare i gol
Feeling che invece Dybala deve rinverdire. Un paio di gol al Torino in larghe vittorie (4-0 e 4-1) e poco altro. Ma l'argentino, almeno qui nella Capitale, ha dimostrato di esserci nei momenti che contano. E poi, tolti i due derby dello scorso anno, quando vede la Lazio si accende: dopo l'Udinese (12 centri), i rivali cittadini sono la sua vittima preferita (11). Paulo è reduce dalla paura di Cagliari. Romelu è partito col turbo e ora, se non fosse per l'acuto con il Lecce, appare in leggera flessione. Del resto gioca sempre, senza pause, Mou non sa rinunciarci. Con Pellegrini che al massimo potrà ambire ad un ruolo in panchina, la parte del leone toccherà a Lukaku e Dybala.
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