rassegna stampa

Lotito: “Candidato alla Regione Lazio? Se mi chiamano, indosso il saio”

Questa l’intervista di Claudio Lotito pubblicata sull’edizione odierna de Il Messeggiaro in merito alla sua candidatura come presidente della Regione Lazio. 

Redazione

Questa l'intervista di Claudio Lotito pubblicata sull'edizione odierna de Il Messeggiaro in merito alla sua candidatura come presidente della Regione Lazio

Claudio Lotito, è vero che da presidente della Lazio vuole diventarepresidente del Lazio?

«Machi lo dice scusi?».

Tantissimi nel Pdl.

«Allora mi fa piacere. Evidentemente sanno che sono adatto alle sfide impossibili, prima mi prendono permatto, ma poi porto i risultati. Oppure vogliono un agnello sacrificale, ovviamente scherzo ».

La sfida della Regione pare davvero impossibile: Zingaretti è in netto vantaggio nei sondaggi e i conti sonodrammatici.

«Anche quando ho preso la Lazio lo sembrava. Ho trovato 550 milioni di debiti, anzi glielo dico in lire che fa più effetto: 1.070 miliardi. In poco tempo ho abbattuto le spese e conseguito risultati sportitivi importanti. Capito?».

Ma quindi non èuno scherzo dei romanisti, si candida davvero.

«Questo lo dice lei. Io ho il senso della polis, se me lo dovessero chiedere vediamo. Penso di aver dimostrato che dalla mia parte ci sono i fatti. Non vendo sogni, ma solide realtà».

Lo slogan è già pronto. Ma i cittadini appaiono molto distaccati dalla politica. Ha seguito il caso Fiorito?

«Non esprimo giudizi, ma ho dei principi: chi amministra deve indossare il saio. Ilmotto dev’essere ora et labora. Qualcuno invece ha confuso la res publica con quella privata». ConBerlusconi ha parlato? «Io parlo con tutti».

E con la Polverini i rapporti sono sempre buoni?

«Gli amici uno se li sceglie, le istituzioni se le trova. Io ho sempre avuto un atteggiamento di cordialità ».

Il governo Monti ha lavorato bene?

«È dal Dopoguerra che con grandi sacrifici gli italiani hanno un bene rifugio: la casa. E loro hanno tassato proprio quella».

Anche Berlusconi pensava di poter risanare l’Italia visti i grandi risultati con le aziende e la squadra di calcio. Ma adesso dice che ci sono troppi vincoli che impediscono di portare a compimento i propositi.

«Non sono uno che si abbatte. Volli, sempre volli, fortissimamente volli. Serve un atteggiamento pugnace, nessuno ti obbliga a ricoprire questi incarichi».

Veniamo alla domanda delle domande: come farà a prendere il voto dei romanisti?

«Lei sbaglia. Fa distinzione tra tifosi, quando qui l’unica squadra è l’Italia. Serve una svolta sostanziale ».

Non la riconosciamo. Forse è vero che scende in campo.

«Le ripeto: per ora non sono candidato »

 Non ci dica che lascerà la Lazio.

«Chi l’ha detto che le due funzioni sono incompatibili?».

Però le sue aziende hanno lavorato con la Regione.

«Sarò chiaro: non voglio nessun tipo di conflitto d’interesse. Se uno deve governare, deve essere al di sopra di ogni sospetto».

Altrimenti addio saio. «Appunto».