rassegna stampa

Lorenzo, l’ultimo erede

LaPresse

L’investitura di Totti, la partenza di Florenzi, adesso Pellegrini è l’unico romano della rosa e le responsabilità sono aumentate

Redazione

Lorenzo, che succede? Non sembra lui: nervoso, impreciso, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Quella voglia di primeggiare lo porta a strafare. O forse quell'infortunio di fine settembre si sta facendo sentire oggi, limitandogli il fisico e rallentando le gambe. Un appannamento fisiologico, ma proprio non ci voleva perché, se si abbassa il livello dei giocatori migliori, e Pellegrini è tra questi, la Roma va in bambola, vedi Sassuolo.

Guardiamo il rendimento: non continuo come prima di Natale. Questo 2020 appena cominciato non è alla Pellegrini. Torino, Juve, Parma, ancora Juve, Genoa, il derby, poi Sassuolo. Quel Pellegrini di classe si vede e non si vede. E, in quanto erede designato di Totti, viene investito di responsabilità che non vuole o che semplicemente solo ha bisogno di rimandare, quantomeno di gestire.

Le prestazioni contro Genoa e Lazio sono state buone, ma a tanti non sono bastate. Perché da Lorenzo si pretende troppo: come in quel Parma-Roma di Coppa Italia. Lì ha trascinato la squadra, al di là della doppietta, la prima in giallorosso. Quello è il Pellegrini che Fonseca - e non solo - ama, quello della palla gol, quello che agisce a tuttocampo, che proprio in ogni zona riesce a portare la sua classe.

La yrasferta di Bologna è l'occasione per la Roma di ritrovarsi senza di lui (e con Pastore) e per Lorenzo di ritrovare le energie perdute. Ma il futuro non è in discussione. Nei prossimi mesi Pellegrini discuterà concretamente con la Roma il rinnovo (il contratto ora scade nel 2022). Va eliminata la clausola da 30 milioni, per di più pagabili in due anni.