Non aveva giocato bene. Condizionato da quella diffida che già all’andata, sempre contro l’Udinese, gli aveva fatto saltare la gara alla quale tiene di più. Perché per Pellegrini il derby è qualcosa di speciale. Romano, romanista non serve sempre ostentare la propria fede calcistica per dimostrarlo. Ieri è bastato vederlo giocare, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Timido nei contrasti, appena accennati, roba non da Lorenzo che spesso e volentieri si trasforma in mediano e non tira mai indietro la gamba quando serve. Come se non bastasse, c’era stato anche quel rinvio sbilenco che si era trasformato nell’assist perfetto per Molina, abile a superare Rui Patricio. Insomma, i prodromi di una serataccia. Poi, all’improvviso, ecco l’occasione che non ti aspetti. Il rigore per il tocco di mano di Zeegelaar ha regalato la possibilità di allungare la striscia positiva a 8 gare. Ma soprattutto di non perdere una partita che l’Udinese aveva strameritato di vincere. Rincorsa breve: pallone basso, angolato dove anche un portiere come Silvestri – che ha dimestichezza nel parare i penalty – non c’è arrivato. Lorenzo è andato subito a prendere la palla. Poi, prima di correre verso la metà del campo, si è girato e con un urlo liberatorio ha scatenato lo spicchio dei tifosi giallorossi presente anche ieri al Friuli. Un urlo per liberarsi dell’adrenalina accumulata, una sorta di liberazione, anche ricordando il rigore sbagliato contro la Juventus: “Quel pallone pesava tanto, veramente tanto… Peccato per il pari, l’Udinese mette in difficoltà tutti e noi ogni volta fatichiamo dopo la Conference. Ci siamo detti di fare attenzione, non è però andata come speravamo. Alla fine prendiamo un punto ma a dir la verità era importante vincere".
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Lorenzo, gol e sorrisi per il derby: “Ma come pesava quel pallone…”
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