L’Olimpico pronto per un’altra avventura e ‘lo straniero’ ormai non passa più

Uno striscione, un motto. Un desiderio, forse. Erano gli anni '80, con una Roma immensa, che scrisse la legge dell'Olimpico. "Non passa lo straniero" campeggiava in Sud, in quel grigio pomeriggio di Roma-Colonia, scaldato da quel rimbombo dei tifosi al gol di Falcao. Una partita, tante partite senza perdere in terra europea. Era lo stadio dei successi, delle rimonte storiche, quelle tuttedunfiato, nei pomeriggi o notti di Coppe dei Campioni. Poi - scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero - sono arrivati tempi più bui, anche gli 1-7, con il Bayern e qualche anno prima lo 0-2 con il "che sarà sarà’', e ancora l'1-3 con l'Arsenal. L'Olimpico è lo stadio di Roma-Barcellona, con il ribaltone inaspettato dopo il 4-1 dell'andata nella penultima Champions giocata dalla Roma, c'è la notte di col Porto, ma quel 2-1 non è bastato per andare avanti e sognare ancora, Nelle ultime edizioni delle Coppe, dalla Conference alle ultime Europa League, lo stadio di Roma ha praticamente richiuso i cancelli, concedendo solo due successi agli avversari: una contro il Betis, l'anno della finale di Europa League di Budapest e una contro il Leverkusen. La Roma ha costruito le finali di Conference (vinta) e quella di Europa League (persa con il Siviglia) proprio sul terreno dell'Olimpico. Nella rincorsa verso Budapest, la Roma ha perso per strada solo punti con il Betis, nella fase a gironi, poi con le partite ad eliminazione diretta ha bissato quanto fatto vedere in Conference. Ora tocca a Gasp farsi aiutare dall'Olimpico, già da stasera contro il Lille. Qui lui, che è uomo di Europa League avendola vinta un anno e mezzo fa, può costruire il passaggio alla seconda fase, finendo tra le prime otto, cosa che eviterebbe un noioso (e pericoloso) playoff. Il tecnico di Grugliasco ha già capito cosa significhi guidare la squadra all'interno di questo stadio.