Nelle vicende di mercato la premessa è d'obbligo: non ci sono né buoni, né cattivi, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. A farla da padrone è soltanto la convenienza di tutte le parti in causa. Il caso Zaniolo non si sottrae a questa logica. Dopo aver saltato il match con la Fiorentina per una sindrome gastrointestinale - che a qualcuno era già sembrata sospetta - il giocatore ieri, dopo un colloquio con Mourinho e Pinto, non si è reso disponibile per la trasferta di domani a La Spezia. Un ulteriore strappo, probabilmente definitivo, in una situazione lacerata da tempo dove è ricominciata la corsa allo scaricabarile. Della serie: cambio aria per 6 mesi, torno magari rivalutato e a giugno c'è la possibilità di essere ceduto meglio.
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Il Messaggero
Lo strappo di Zaniolo
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A questa possibilità, c'è stato il no di Pinto. Il motivo è semplice la Roma. per i paletti imposti dal fair play finanziario, è costretta a fare una plusvalenza importante entro il 30 di giugno. E da questa estate, il gm ha individuato in Nicolò la pedina da sacrificare.
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