Gli si dava dell’Edin Cieco durante la sua prima stagione in giallorosso, partita in tromba e terminata quasi con un addio prematuro. Troppe offese? Non esageriamo. Quelle su Dzeko, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, erano battute, romanità, ironia. Lui si è tenuto anche questo ed è andato avanti senza batter ciglio, da grande professionista. Oggi quell’Edin ci vede benissimo e sarebbe strano se qualcuno ancora lo prendesse in giro, qui ci starebbe la malafede.
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L’incrocio dei bomber
Roma-Napoli è anche Dzeko contro Mertens. Edin ha una media impressionante e domani vuole il primo gol casalingo ai partenopei
Meraviglioso per i comportamenti e per i numeri, perché davanti a un capocannoniere (lo scorso anno ha chiuso come re dei bomber della serie A) ci si inchina sempre, perché il calcio italiano lo denigrano tutti, ma fare gol qui, e tanti, non è mai facile. Lui dopo l’annata horribilis ha trovato una continuità vecchie maniere: 29 reti nel passato campionato, 8 in Europa League, capocannoniere in entrambe le competizioni, 2 in Coppa Italia, totale 39 centri stagionali in 51 presenze. In questi anni di Roma, 98 le partite giocate e 57 le reti realizzate, per finire sono 32 nell’anno solare che sta per salutarci (comprese quelle segnate con la Bosnia, ovvero 3) appena 9 in meno rispetto al re tra i re Cristiano Ronaldo.
Di Francesco, che ha trovato un sistema diverso da Spalletti per stimolarlo ancora, a lui si affida sempre, mandandolo in campo oltre ogni legge del turnover. Lui, finché ce la fa, ecco lì, con quel sorriso gentile continua a mettere dentro il pallone, come nulla fosse. i
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