Segnali di risveglio. Tammy Abraham c’è e chi ieri sera era all’Olimpico lo aveva già intuito da come è entrato in campo per il riscaldamento durante l’intervallo. Prima del fischio d’inizio del secondo tempo, scrive Il Messaggero, ha alzato le braccia per caricare il pubblico e forse anche per se stesso. Ha funzionato, perché dopo un minuto ha conquistato il rigore che ha cambiato la partita. Fa scorrere la palla in area spalle alla porta e costringe Askildsen ad entrare fallosamente. L’Olimpico tira un sospiro di sollievo, perché l’incubo di un pareggio contro il neo promosso Lecce in 10 era difficile da accettare. Tammy esulta, prende coraggio ma non va sul dischetto. Lasca l’onere a Dybala che calciando si trasforma alla coscia sinistra. Adesso la Roma ha veramente bisogno di lui, della sua fisicità, impredivibilità, passione e abnegazione. Ma soprattutto dei suoi gol.
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Il Messaggero
L’inconsistenza di Zaniolo e il risveglio di Abraham
Adesso la Roma ha veramente bisogno dell'inglese: della sua fisicità, impredivibilità, passione e abnegazione. Ma soprattutto dei suoi gol
Tolto Dybala, Tammy è l'unico del reparto offensivo sopra alla media, in un attacco che fatica a carburare: da Zaniolo (0 gol in Serie A), passando per Pellegrini (0 reti), Belotti (0 gol), Shomurodov (0) ed El Shaarawy (0).
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