rassegna stampa

L’Eusebio ritrovato: “Roma, svolta vicina”

Il tecnico: "Sulla qualità del gioco posso dire che tante volte abbiamo creato tanto e raccolto poco"

Redazione

"Deve essere un punto di ripartenza". L’incipit iniziale di Di Francesco la dice lunga sul 5-2 di ieri sera, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

La Roma vince in rimonta, torna al quarto posto in classifica superando la Lazio, segna per la prima volta in campionato 5 reti, ma i fischi dell’Olimpico alla fine del primo tempo (con il punteggio ancorato sull’1-1) e la squadra in difficoltà sino al 2-1 di Dzeko, Eusebio non se li è dimenticati: "Siamo partiti con l’handicap. In alcuni momenti eravamo in ritardo con le uscite e molto lenti della manovra. Quando abbiamo velocizzato sono venute le cose migliori. Nei primi 45 minuti facevamo sempre due o tre tocchi in più, cercando poco gli spazi. Le cose sono migliorate nella ripresa".

Sulla prestazione della difesa: "Sì i due gol presi mi danno molto fastidio", glissa il tecnico. Che però si rincuora con le reti dei suoi attaccanti: "Sulla qualità del gioco posso dire che tante volte abbiamo creato tanto e raccolto poco. Anche col Benevento abbiamo prodotto, poi cambiando qualcosa la squadra si è districata meglio. E’ importante il gol per Edin e per Defrel, che si mette sempre a disposizione. In campo i ragazzi hanno voluto che battesse lui il rigore, fa capire la considerazione che il ragazzo ha nello spogliatoio. Dzeko? Lui vive per il gol, avete visto dopo che ha segnato come è riuscito ad aiutare i compagni. Ha grandi mezzi, spesso si fa influenzare psicologicamente se non segna e non deve accadere".

Capitolo a parte merita Under. Due gol e un assist, sempre nel vivo del gioco, la nota più lieta della serata: "Sono contento, i giocatori importanti cambiano le partite. Nei movimenti che ha fatto, prima tirava in curva… È stato bravo lui a concretizzare al meglio ciò che gli capita tra i piedi. Qualcuno deve chiedere scusa a Monchi? Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno, oggi siamo bravi, domani meno. Dovrebbero chiedere scusa anche a me? E’ un ragazzo del ’97, che viene da un altro mondo. Non siamo abituati ad aspettare i giovani italiani figuriamoci gli stranieri. Lo dico con molta rabbia. Si punta subito il dito, prima per alcuni non poteva giocare nemmeno in Primavera. La verità sta nel mezzo, certi giocatori vanno aspettati".