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Lega: no allo stop e alle tribune vuote. Torna la paura del calcio senza soldi

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La Lega e i club si sono opposti allo stop al campionato e gli stadi a porte chiuse, che causerebbero altri danni economici. Nell'incontro di mercoledì al centro la questione Asl

Redazione

La tormenta era alle porte e adesso che è arrivata con il suo impeto, tanto da far rivivere i momenti del primo lockdown del 2020, i club sono sull'orlo di una crisi di nervi. Il governo chiede di fermarsi, propone il blocco del campionato o le porte chiuse (che causerebbero un default tragico, molte società sono in enorme difficoltà economica), ma la Lega di Serie A reagisce e tira dritto. Unica voce fuori dal coro, come capita spesso, è stata quella di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. Lui si fermerebbe subito (c'è chi nutre dubbi voglia recuperare i suoi indisponibili). La maggior parte delle società non ci sta. C'è un "no secco", senza passi indietro. Urbano Cairo, presidente del Torino, vorrebbe continuare cambiando il protocollo. La discussione è andata avanti anche sul tema del potere delle Asl.

Con il nuovo protocollo (si gioca sempre con 13 negativi), non si può rischiare che tutto salti perché ogni Asl territoriale la pensa in maniera diversa rispetto a un'altra. Sarà questo - scrive Salvatore Riggio su 'Il Messaggero' - il tema scottante nell'incontro in programma con il governo (mercoledì). Oltre a quello delle partite a porte chiuse, che come detto causerebbe ulteriori danni economici alle società, già provate da questo lungo periodo di pandemia. Infine potrebbero giocarsi Verona-Salernitana domani e Torino-Fiorentina lunedì. Anche Udinese-Atalanta potrebbe giocarsi lunedì, ma i friulani ieri hanno avuto altri cinque casi di Covid. Verso il rinvio Cagliari-Bologna. Una mossa per far sì che almeno alcune squadre possano scendere in campo al termine della quarantena imposta dalle rispettive Asl per i contagi avuti in rosa.