"Non essere str... non capisci che il vero divertimento è vincere?". Come il Principe di Machiavelli, José Mourinho si fa ora volpe, ora leone. Machiavelli poi consiglia al Principe di imparare a simulare e a dissimulare, ma in questo José non è così d'accordo. Se c'è una cosa che a Roma stanno imparando di questo uomo diretto e multiforme, che canta Bella Ciao e invoca preghiere a San Pietro per la salute dei giocatori, è quella che poi il vero segreto del suo successo come comunicatore e trascinatore di genti, è il motivo per il quali tanti lo detestano: sostanzialmente, lui dice sempre la verità. Come scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero, pure sulle reali ambizioni della Roma non mente: ora una città in estasi pensa che tutto sia possibile, invece lui dice che è felice di ciò che sta costruendo, certo, ma per ora non si vede da scudetto.
Il Messaggero
Le verità scomode del filosofo José
Lo special One sta stregando tutti per la sua capacità di comunicazione. Sta portando i giocatori ad odiare la sconfitta e in campo si vede
È volpe: sa che prima o poi arriverà la sconfitta, lui la chiama "il buio", quindi prepara tutti, lui compreso, allo choc che ne seguirà, quando sarà messa alla prova l'empatia creata finora. Nel malaugurato caso sarà pure leone: se c'è una cosa che lo manda fuori di testa è proprio perdere, e lì vedrete, farà fuoco e fiamme, altro che il José papale di queste sei vittorie su sei. Del resto sta insegnando ai giocatori a odiare con tutte le proprie forze l'idea di sconfitta, è la base del programma. Sarà per questo che non si vede più un romanista rotolarsi a terra per un minuto, dopo un fallo: il dolore non esiste, non si mostra all'avversario e lo si cancella solo rialzandosi, subito. Ci si prepara a vincere anche così.
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