Il grande imbarazzo dopo l'illusione. La Superlega rischia di finire prima ancora di essere iniziata. Numeri, cifre, guadagni astronomici promessi e rischio d'impresa azzerato. Peccato che il tutto poi si sia scontrato con la passione dei tifosi, si legge su Il Messaggero. Gli unici coinvolti a schierarsi apertamente contro sono stati i presidenti di Roma e Napoli, tirati in ballo dal numero uno del Real Madrid che le aveva indicate come possibili invitate.
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Le tre italiane spiazzate e isolate. La Roma rifiuta l’invito di Perez
Il club giallorosso: "Spirito del gioco più importante del denaro"
Il secco no dei giallorossi è arrivato con un comunicato del presidente Dan Friedkin che recita così: "L'AS Roma è fortemente contraria a questo modello chiuso, perché totalmente in contrasto con lo spirito del gioco che tutti noi amiamo. Certe cose sono più importanti del denaro e noi restiamo assolutamente impegnati nel calcio italiano e nelle competizioni europee aperte a tutti". Usa l'ironia, invece, Aurelio De Laurentiis che dal suo profilo twitter scrive: "JP...chi ? La scorsa notte dormivo". Riferendosi all'indiscrezione secondo la quale JP Morgan, banca finanziatrice della Super League, aveva contattato nella notte tra lunedì e martedì invitandolo ad unirsi alla nuova competizione. Le tre separatiste ostentavano calma. Calma solo apparente perché in serata è arrivato il terremoto che ha fatto crollare il castello. All'ora di cena si sono rincorse voci, mai confermate ufficialmente, di dimissioni di Agnelli e Gazidis. I telefoni dei presidenti di Juventus, Inter e Milan sono squillati per tutto il giorno.
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