Le due rivali di coppa alla prova centravanti

(Il Messaggero - V.Cerracchio) Un uomo in pi? per lo sprint. Tre gol sono una manna per un centravanti contestato e, dicono, con la valigia pronta. Ma Osvaldo ? fatto cos?: scompare per un po?, preferisce le vacanze ai compagni, litiga e snobba, si sistema il codino e tutti pensano che badi solo ai propri vezzi, invece opl? l?ispirazione torna, la classe riappare e lui segna in tutti modi, d?istinto e di rapina. Segna pi? di tutti, come la Roma. Servir?, eccome, in questo scampolo di primavera che promette margherite gialle e rosse: anche se il difficile viene adesso, con i confronti diretti con le tre davanti che vogliono la Champions. Le altre, invece, sono tutte dietro, in fila indiana e sembrava impossibile solo un mese fa. Un altro mese ancora e la finale di coppa dir?: ma arrivarci con il posto in Europa in tasca significherebbe aver gi? salvato mezza stagione. Non tutta: ben altre erano le attese.

Ma prendete Klose. Lui aveva il vento in poppa eppure alla stagione non riesce ancora a dare un senso. Con questa Lazio che gli naviga intorno, spaesata nonostante il pieno di fantasisti che dovrebbero rifornirlo. L?anagrafe e l?infortunio gli avranno anche tolto lo sprint ma non gli arriva un pallone giocabile, o forse qualcuno s? ma sempre sporco, da addomesticare, che rimbalza al contrario. Come questa crisi prolungata che ha cambiato il volto della squadra: compressa, titubante, fors?anche impaurita dai troppi rovesci, 40 gol fatti sono meno di quelli di Bologna e Torino distanti in classifica. Il pari di Parma dovrebbe aver sussurrato qualcosa alle orecchie di Petkovic: due punte senn? addio sogni. Perch? Hernanes non ? pi?, Ederson ? stato poco, Mauri stenta a tornare. L?unico che corre davvero ? Candreva e finir? spolmonato come il povero Gonzalez, spremuto per mancanza di ricambi, quelli che Lotito non ha inteso concedere quando a gennaio tutti li invocavano.

Ora ? la Lazio nella situazione scomoda che era della Roma: tutto nel derby, prestigio, coppa ed Europa. A meno di non svegliarsi subito dal sonno e infilare le quattro partite che anticiperanno la supersfida del 26. Difficile se si tira in porta un paio di volte a partita. Questo deve saperlo anche Petkovic.