Voller insegna. Mai gettarsi in giudizi tranchant sui nuovi arrivati perché poi la brutta figura è dietro l'angolo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Rudi ne è stato l'emblema. Archiviata la premessa d'obbligo, dopo 5 partite stagionali nessuno si offenderà se dai nuovi arrivati, Lukaku escluso, era lecito attendersi qualcosa in più. Se Sanches rischia di trasformarsi per il gm Pinto (e suo malgrado per Mourinho) in un caso difficile da spiegare mentre Parades, nonostante palesi alti e bassi ha la fiducia incondizionata dello Special, ad oggi Aouar e Ndicka faticano più del dovuto. L'algerino, al di là di giocare "al ritmo della paura", sinora non ha mai inciso come il suo valore lascerebbe pensare. Il gol a Verona, non nasconde un approccio timido per un calciatore che nei piedi ha invece grande qualità. Come se il problema al flessore sinistro ne abbia minato le certezze. Ma quello che sorprende di più è l'involuzione di Ndicka. Anche l'altra sera l'ivoriano ha alternato un paio di buoni anticipi a due svarioni che se gli attaccanti non fossero stati i mediocri Mbekelie, Ankeye, sarebbero costati cari. Veloce sul lungo, Evan soffre sul breve. Spesso lascia concludere l'attaccante anziché provare a frapporsi al tiro e non appare impeccabile nelle diagonali. In tempi non sospetti Mou aveva provato a preservarlo, regalando come giustificazione il fatto che dovesse "abituarsi a giocare con noi". Da quelle parole è trascorso più di un mese e le perplessità anziché diminuire sono aumentate.
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Il Messaggero
Le difficoltà dei nuovi Aouar e Ndicka sono in ritardo
Il franco-algerino e l'ivoriano faticano e non hanno ancora inciso. Va meglio Paredes, nonostante non sia ancora al top
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