(Il Messaggero - G.De Bari) È il nuovo King della Premier League, un titolo che si è meritato a suon di successi, conquistati sulla panchina del Manchester City. Ma Roberto Mancini tiene sempre aperta una finestra sul calcio italiano, del quale resta un profondo conoscitore. Proprio la settimana prossima, nel mitico stadio di White Park Lane, andrà in scena una sfida inedita italo-inglese, quella tra Tottenham e Lazio, che segnerà l’esordio del girone di Europa League.
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“L’antiJuve è la Roma”
(Il Messaggero – G.De Bari) È il nuovo King della Premier League, un titolo che si è meritato a suon di successi, conquistati sulla panchina del Manchester City.
Mister, un avvio di Coppa davvero impegnativo per la Lazio?
«Decisamente sì, in quanto considero il Tottenham una delle formazioni candidate a vincere la Premier, una grande rivale del City».
Quali sono i suoi punti di forza?
«Prima di tutto lo stadio, dove il tifo è particolarmente caldo e si fa sempre sentire sui calciatori. Poi l’organico e l’allenatore. Il club, che era già competitivo nella passata stagione, con i vari Bale e Lennon, tanto per fare un paio di nomi, ha inserito elementi di grande valore come Dembele e Dempsey. Insomma la squadra è diventata ancora più forte e Villas Boas lo considero un tecnico tra i migliori in circolazione, nonostante non abbia ottenuto risultati importanti quando ha allenato il Chelsea. Sicuramente, quello inglese, sarà l’avversario più difficile di tutto il girone per i biancocelesti. Lazio e Tottenham si contenderanno il primo posto».
Quindi, almeno all’andata, pronostico chiuso?
«Non credo. Il Tottenham partirà favorito, perché è molto forte, perché giocherà in casa, perché gli inglesi hanno una grandissima considerazione dell’Europa League. Però anche la Lazio avrà le sue possibilità. Prevedo una sfida incerta e spettacolare, che non vorrei perdermi».
Sarà quindi in tribuna, al White Park Lane, anche per studiare gli avversari della Premier?
«È un’ipotesi molto concreta. Mi piacerebbe esserci, dipenderà anche dagli impegni che avrò con il Manchester City».
Sorpreso dalla grande partenza dei biancocelesti in campionato: 6 punti nelle prime 2 giornate?
«No, perché il valore complessivo della Lazio resta comunque elevato, grazie a un gruppo tecnicamente valido e compatto. E poi non si può dare un giudizio dopo solo due gare, perché si rischia di sbagliare valutazione».
È arrivato un tecnico straniero a cercare di cambiare qualcosa e l’inizio è apparso confortante.
«Non conosco Petkovic, aspettiamo qualche altra settimana per vedere come riuscirà a gestire la squadra in un campionato del tutto nuovo per lui. Ma è stato comunque importante cominciare bene, perché le vittorie aiutano sempre».
Intanto Miroslav Klose ha confermato tutte le sue capacità di finalizzatore.
«L’attaccante tedesco è un campione che tutti conoscono e apprezzano. Personalmente sono contento che abbia cominciato la stagione da protagonista, segnando e guidando la squadra ai successi. È un calciatore di spessore internazionale che continuerà a fare gol, come ha sempre fatto nella sua lunga e prestigiosa carriera. Klose rappresenta una garanzia assoluta perché i gol sono il suo pane quotidiano».
Già dalla seconda giornata la finestra di Mancini si è aperta sul nostro campionato.
«Ho voluto seguire Inter-Roma, la partita che più mi stuzzicava a livello tecnico e di novità».
Quali sono state le sue valutazioni?
«Ho visto una grande Roma, che ha cominciato molto bene e ha chiuso ancora meglio, meritando una vittoria sulla quale forse erano in pochi a credere. Almeno nel punteggio ampio».
Domanda classica: chi vincerà lo scudetto?
«Vedo una sfida a tre: Juventus, Roma e Napoli».
Alla pari o concede qualche vantaggio?
«Forse la Juventus ha qualcosa di più, perché può contare su una formazione vincente, collaudata, rinforzata. Ma Roma e Napoli sono vicinissime ai bianconeri e prevedo una bella lotta».
Cosa l’ha impressionato dei giallorossi?
«La personalità, la qualità del gioco, le coraggiose scelte di Zeman. Non è semplice andare a San Siro e mettere sotto l’Inter, segnandole tre reti. A mio avviso la Roma ha lanciato un segnale forte a tutte le pretendenti al titolo».
Ma Zeman la convince del tutto?
«Ha una squadra ringiovanita, nella quale sono stati effettuati innesti validi. L’allenatore è sicuramente bravo nel lavoro, soprattutto con i giovani, quindi ha le potenzialità per arrivare lontano. Se Zeman riuscirà a far giocare la Roma, così come contro l’Inter, anche la Juventus dovrà farci i conti. Fatto non secondario, i giallorossi non dovranno sopportare le fatiche e lo stress delle Coppe che pesano parecchio nel contesto di una stagione».
Le piace parecchio anche il Napoli di Mazzarri?
«Decisamente, in quanto ha inserito pedine valide in un organico già competitivo come ha dimostrato lo scorso anno in Champions League. La società ha costruito molto bene in queste stagioni ed ora è pronta per puntare anche allo scudetto».
Nel ristretto novero di pretendenti al titolo non ha considerato la Lazio di Petkovic.
«Non conoscendo l’allenatore, non posso sbilanciarmi. Ad ogni modo penso che, vista la qualità di alcuni calciatori, lotterà per le posizioni nobili della classifica. Però Juventus, Roma e Napoli restano un passo avanti a tutte le rivali».
Per le formazioni di Milano si annuncia un’annata di rincalzo?
«Credo proprio che partano al di sotto delle altre. L’Inter, che ho visto perdere domenica, non mi ha convinto mentre i rossoneri non hanno più tanti campioni che facevano grande la squadra».
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