La solitudine di Dzeko, per nulla paragonabile a quella dei numeri primi, è qualcosa che turba l’anima, arrivando a corrodere il sistema nervoso. Come riportato nell''edizione odierna de "Il Messaggero", nella Roma Dzeko non fa parte del gioco. Abbandonato a se stesso per via di un piano tattico che non prevede una manovra finalizzata ad innestare la punta centrale. Si dice: Dzeko non segna. Non esiste al mondo, però, un attaccante che faccia gol senza ricevere il pallone. Se un centravanti trascorre più di un’ora e mezza a rincorrere il centravanti nemico (è accaduto anche questo, al San Paolo) o a fare a botte col centrale avversario, il gol o anche solo la possibilità di far gol diventa utopia.
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La solitudine di Dzeko, centravanti in attesa di un pallone
Se un centravanti trascorre più di un’ora e mezza a rincorrere il centravanti nemico (è accaduto anche questo, al San Paolo) o a fare a botte col centrale avversario, il gol o anche solo la possibilità di far gol diventa utopia
Dzeko, in carriera, ha segnato quasi tutti i suoi gol dall’interno dell’area avversaria: se lo si costringe ad improbabili e dispendiose rincorse a tutto (metà) campo alla ricerca del pallone lanciato quasi a casaccio dalla difesa si azzera il suo potenziale.
(M. Ferretti)
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