Non solo Rolex, borse e gioielli, al centro della disputa legale tra Francesco Totti e Ilary Blasi c’è anche il centro sportivo e la scuola calcio che portano il nome dell’ex attaccante. Il complesso di campi sportivi situato in via di Castel Fusano 79 è stato rilevato dalla famiglia Totti il 29 maggio 2003. La gestione di tutte le attività alla Longarina era affidata alla famiglia Totti, in particolare al fratello Riccardo. Tre anni fa, però, il circolo ha cambiato proprietà e denominazione sociale trasformandosi in Ssd Sporting Club Totti. Una società - racconta 'Il Messaggero' - nelle mani del suocero di Francesco, Roberto Blasi (presidente) in cui compaiono Ilary al 90%, il cugino di Totti Angelo Marrozzini al 5% e Ivan Peruch (marito di Silvia Blasi) al 5%. Quando ancora non era scoppiata la bomba della separazione, la famiglia di Ilary ha cambiato i dirigenti del circolo sportivo prendendo in mano completamente la gestione con l’obiettivo di rilanciare la struttura e ottimizzare i profitti. Così è stato perché a bilancio gli incassi sono raddoppiati. Cuore pulsante della holding, però, è chiaramente la scuola calcio gestita dal fratello di Totti Riccardo, da sua moglie e dalla figlia Giulia.
Il Messaggero
La scuola calcio di Totti ora rischia lo sfratto: il campo è della famiglia di Ilary
Un’organizzazione che sfrutta sette giorni su sette la struttura alla Longarina pagando un canone d’affitto che si aggira intorno ai 3000 euro al mese. Ci sarebbe un contratto di concessione tra la scuola calcio e la Ssd Sporting Club Totti che scadrebbe il 30 giugno 2023 e che ancora non è stato rinnovato. Insomma, anche la scuola calcio e l’intero circolo sportivo sono al centro della diatriba legale perché viene utilizzato il nome di Francesco. C’è anche un merchandising che viene distribuito attraverso magliette, cappelli e altri prodotti con il logo della “T”, coniato tre anni fa e lanciato dall’attaccante. Insomma, il circolo sportivo usa il nome di Totti pur non essendo più Francesco il proprietario. Il lavoro di anni rischia di sfaldarsi per una diatriba legale, la speranza dei giovani atleti, genitori, dipendenti e tutti i lavoratori è che la questione possa risolversi senza gravare sul futuro della scuola calcio.
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