Impresa, di questo si tratta. Perché la qualificazione diventerebbe davvero storica per la Roma che, in Champions, non è mai riuscita a passare il turno dopo aver perso la gara d'andata all'Olimpico. E perché il Real non ha mai sbagliato, nella massima competizione continentale, partendo con il vantaggio del successo esterno. Spalletti non si è messo certo a guardare le statistiche: qui lui ha già vinto, conquistando proprio i quarti il 5 marzo del 2008. Anche se il 2 a 0 del 17 febbraio condizionerà la sfida, il tentativo va comunque fatto, sapendo in partenza che la notte di Madrid potrebbe pure diventare lunghissima, scrive Ugo Trani su "Il Messaggero".
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La Roma vuole fare la storia
Il percorso tracciato da Lucio è chiaro: fare bene subito, nel presente. Per recitare da grande già domani. Nel bel bezzo della striscia positiva, esaltante per le prestazioni e nelle cifre, ecco la tappa di Madrid
Zidane non avrà Benzema, ma Ronaldo da solo, come è successo all'Olimpico, spesso basta e avanza. Fischiato sabato al Bernabeu, eppure sono 39 i suoi gol in 35 gare stagionali, 12 dei quali in Champions. Ma Zizou, almeno di questi tempi, sta messo peggio di Lucio. Il suo terzo posto non vale come quello del collega. A Zidane è rimasto solo l'obiettivo della Champions. Spalletti, invece, sta lavorando soprattutto per la Roma del futuro. La priorità va quindi al campionato, proprio per partecipare, stavolta dall'inizio, alla prossima edizione del più prestigioso torneo d'Europa.
Il percorso tracciato da Lucio è chiaro: fare bene subito, nel presente. Per recitare da grande già domani. Nel bel bezzo della striscia positiva, esaltante per le prestazioni e nelle cifre, ecco la tappa di Madrid. Che fa, però, storia a sè. Colpa dei gol di Ronaldo e Jesè, sintesi del contropiede galactico, e anche degli errori dell'arbitro ceco Kralovec che negò 2 rigori su El Shaarawy e Florenzi. A Roma, per chi se lo fosse dimenticato, c'è stata partita. Aperta perché studiata bene da Spalletti.
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