Tre indizi, fanno una prova, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Le sconfitte fragorose contro Napoli, Atalanta e Lazio hanno più o meno la stessa matrice: risultato pesante con incapacità di reagire davanti alle difficoltà. I blackout vanno spiegati e risolti e tocca a Fonseca, che ieri si è confrontato con la proprietà – che ritiene inaccettabile la sconfitta nel derby – (ma non è a rischio, fanno sapere).
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La Roma resta al Paulo
Dalla mancanza di esperienza agli errori di Fonseca: il salto di qualità non arriva e la Champions torna ad essere un rischio
Qualcosa deve fare, lui per primo. Sono troppe le volte in cui il tecnico ritarda l’intervento, osservando che la sua squadra affondi. Diciotto gol subiti nei sette scontri diretti per le prime quattro posizioni. Con ventinove reti, la formazione di Fonseca ha la peggior difesa almeno di questo ventaglio di squadre. I gol fatti, 37, la tengono ancora in corso per il necessario posto in Champions., ma cerri risultati confermano che il sogno scudetto debba essere lasciato nel cassetto. Ma questo non le veniva chiesto. Il dovere è il quarto posto, che potrebbe non sfuggire nel caso in cui l’allenatore riuscisse a correggere certi difetti ormai cronici. Il dato dice che, se Juventus, Atalanta e Napoli dovessero vincere le rispettive gare, la Roma si ritroverebbe sesta, un po’ quello che è accaduto nella passata stagione.
Fonseca sostiene che battere le piccole o le big sia la stessa cosa. Probabile che abbia ragione, ma per ora i numeri dicono che il miglioramento rispetto allo scorso anno non c'è stato, stessi punti, se considerato quello di Verona ancora sub judice, dello scorso campionato dopo diciotto giornate.
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