Tocca a Di Francesco trovare a Patrik Schick una collocazione giusta nello schema offensivo della Roma, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. "Non ho la bacchetta magica", ha ammesso candidamente il tecnico non più tardi di una decina di giorni fa. Tuttavia, almeno negli assalti finali, sono due le variabili sulle quali sta lavorando da settimane: 4-2-4 e 4-2-3-1. Assetti che considerando l'attitudine di Schick ad affiancare Dzeko, diventano molto simili. Anche col 4-2-3-1, infatti, dove Patrik parte leggermente dietro il bosniaco, finisce per trasformarsi velocemente in un 4-2-4 con l'ex Samp vicino a Edin più due esterni offensivi molto larghi. La domanda è lecita: è possibile trasformare quello che sinora è stata la variabile in corsa (per sbloccare la gara come accaduto con Genoa, Chievo e Cagliari o recuperarla, leggi sabato scorso contro la Juventus) in uno schieramento già dal primo minuto?
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La Roma prova l’abito Schick
Di Francesco studia la formula per far coesistere Patrik e Dzeko senza intaccare troppo gli equilibri della squadra
La risposta rimane congelata. Perché Eusebio al netto di quello che potrà accadere nel mercato di gennaio - non ha intenzione per ora di cambiare almeno in partenza il 4-3-3. Il modulo gli garantisce equilibrio, come dimostrano i 12 clean sheet stagionali e anche volendo cambiare, gli mancherebbe una pedina. Che sia un terzino destro (alla Vrsaljko o Darmian per intenderci) o un'ala, la rosa nonostante i numerosi acquisti operati in estate con il ko di Karsdorp è monca proprio in quel ruolo. Perché per attuare ad esempio il 4-2-4, che poi non è altro che un 4-4-2 con due esterni più offensivi (come faceva Ventura con il Torino di 3-4 anni fa) gli servirebbe spostare Florenzi più alto.
Discorso opposto con Florenzi basso. A quel punto mancherebbe un'ala di ruolo per non squilibrare l'assetto come accade quando lì schiera Under, un attaccante. Difficoltà che Di Francesco era consapevole che prima o poi sarebbero arrivate.
Il Sassuolo sabato e l'Atalanta il giorno della Befana non permettono esperimenti. La certezza, quindi, è che almeno sino alla prossima sosta del campionato, si andrà avanti con questo 4-3-3 atipico. Novità potrebbero arrivare invece dalla posizione di Perotti, leggermente più accentrata rispetto al solito in fase di possesso, sia per favorire le avanzate di Kolarov che per permettere all'argentino di trasformarsi in trequartista dietro ai due centravanti.
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