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Proviamo a metterci un attimo nei panni di Gasperini. Legge il risultato di Islanda-Ucraina 3-5 e il pensiero speranzoso va subito a Dovbyk, anche perché i titoli dei siti e dei giornali italiani sono sui 5 gol segnati nella gara dai calciatori che militano nel nostro torneo. Scorre il tabellino e dopo aver appurato che a trovare la rete sono stati però Malinovskyi (doppietta), il redivivo Gudmundsson (doppietta anche per lui) e Ellertson, scopre che non solo Artem non ha segnato ma non è partito nemmeno titolare, racimolando appena una ventina di minuti nel finale, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Poco male, dice tra sé e sé, c'è sempre Ferguson contro il Portogallo. In questo caso l'irlandese gioca 78 minuti ma oltre a non segnare - e può capitare contro una delle più forti nazionali europee - si contraddistingue per aver toccato in tutta la partita il pallone 13 volte e soprattutto aver vinto soltanto un duéllo su 16. A questo punto, preferiamo svestire i panni del tecnico... Di certo, visto da un occhio esterno, al di là delle dichiarazioni inevitabilmente volte all'ottimismo che l'allenatore ha rilasciato negli ultimi tempi, Gasp non aveva tutti i torti in estate a chiedere un centravanti. I fatti, il rendimento e le prestazioni dei due, gli stanno dando tristemente ragione. Ma visto che fino a gennaio dovrà andare avanti con il materiale a disposizione, la scelta Gasp sembra averla fatta: avanti con Artem. Una decisione in controtendenza con quanto visto in estate ma che ha una sua logica ben precisa. Dovbyk, infatti, è un calciatore di proprietà e se c'è la possibilità a gennaio d'imbastire uno "scambio di figurine" (cit.) con lo Zirkzee di turno, questa passa dalla rivalutazione dell'ucraino. Che ha subito pensato bene di mangiarsi la dote acquisita con il gol al Verona, con i due rigori sbagliati contro il Lille.
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