L’esame per lo scudetto, la prova di maturità. Questo era Juve-Roma di ieri sera. Novanta minuti per capire la reale portata del gruppo di Spalletti, come scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero.
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La notte della verità dura un tempo in meno
Spalletti ha voluto stupire il mondo con la presenza in campo dal primo minuto del tenero Gerson nel ruolo di Salah
Squadra da primato oppure ancora alla ricerca della strada giusta per arrivare e stare stabilmente in alto? Le vittorie confezionate contro Napoli, Inter, Lazio e Milan, e la porta inviolata nelle ultime due gare di campionato avevano dato un buon motivo per sperare che fosse la volta buona per uscire indenni dallo Stadium.
Leggendo le formazioni ci si accorge che Spalletti vuole stupire il mondo con la presenza in campo dal primo minuto del tenero Gerson nel ruolo di Salah, cioè un brasiliano dal passo (troppo...) lento al posto di uno scattista. Così la posizione da intermedio destro di Strootman (ancora...) passa quasi in secondo piano. E mentre tu fai questi ragionamenti, Higuain ha già crepato la porta di Szczesny. La sintesi? Un tempo regalato. Fuori l’ammonito Gerson (ma va?), più vittima che colpevole, dentro Momo per tentare laRemuntada. Solochequelli della Juve sembrano (come nel primo tempo) belve che vogliono mangiarsi il pallone, mentre gli uomini di Spalletti, tenuti in vita da Szczesny, appaionomosci come fiori appassiti, prima della fiammata di nervi nella partecentrale/finaledellaripresa.Poco, troppo poco per salvare la faccia. E, allora, gli errori tecnici (e tattici) di cui sopra ti fiaccano, ti debilitano ma non c’entrano più di tanto. La notte della verità, con un tempo in meno e insufficiente personalità, non fa faticaadiventare lanottedeirimpianti. Mimmo Ferretti
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