La nostra forza è l'assetto difensivo

(Il Messaggero - CURVA SUD di P.Liguori) L'unica difesa veramente efficace nella Roma è la difesa di Luis Enrique.

Una muraglia inespugnabile. Sull'allenatore non sono ammessi dubbi, anzi. È un innovatore, un rivoluzionario, un giovane talento. A prescindere dai risultati.

Chi avanza dubbi e cita precedenti sconosciuti e risultati scadenti viene deriso. Perfino Baggio è stato mobilitato. Avete capito bene? Proprio Baggio, quello che Sacchi non riusciva a utilizzare e che ha avuto una carriera allungata da Carletto Mazzone, che costruì un intero Brescia di cursori per valorizzare il codino. «Beati voi» è venuto a dirci a Trigoria. Beati noi, che avevamo Montella e l'abbiamo giudicato inadatto, che potevamo prendere Pioli e ci è sembrato un poveretto, che potremmo perfino sognare Colantuono, romano e romanista, che ci ha dato lezione di calcio e cuore giallorosso.

E lasciamo perdere Alberto De Rossi, che di giovani vincenti ne sta allenando da anni. Noi, per fortuna, abbiamo in panchina un fenomeno, che oggi all'ora di pranzo troverà sicuramente il bandolo della matassa per spezzare le reni al Novara. La squadra, raccontano, lo segue come gli ebrei in fuga dall'Egitto seguivano Mosè. Eppure, questa affermazione non sembra del tutto vera. La squadra ha seguito l'allenatore fino a un certo punto, poi abbiamo visto che contro Palermo e Genoa, per portare a casa i tre punti, si è arrangiata in campo. I giocatori hanno modificato l'assetto tattico in perfetta autogestione. E anche i singoli, a cominciare dai più noti, hanno cominciato a non fidarsi più delle certezze granitiche dell'asturiano e delle dichiarazioni pubbliche dei dirigenti.

Sabatini ha dichiarato a Milano: «Adesso bisogna dimostrare di essere all'altezza della Roma». Si riferiva ai giocatori a caccia di conferme. A noi sembra una riflessione valida anche per l'allenatore e i dirigenti giallorossi.