Profondo giallorossonero. Al termine del girone di andata si gioca Roma-Milan, c’è in palio solo la panchina. Chi tra Garcia e Mihajlovic perde stasera, è fuori. Pallotta e Berlusconi sono più vicini che mai nella decisione ancora sospesa nell’aria e sempre spendibile. Le speranze del francese e del serbo dipendono dai propositi dei dirigenti dei rispettivi club, Baldissoni e Sabatini da una parte e Galliani dall’altra. Che, avendo lo stesso obiettivo e cioè di convincere Conte dopo l’Europeo, prendono tempo da qualche settimana, lasciando Spalletti e Lippi in stand by.
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La lunga notte della verità
Chi tra Garcia e Mihajlovic perde stasera, è fuori. La Roma, anche se è davanti in classifica, ha addirittura deluso fin qui più del Milan. Il tecnico francese ha raccolto 7 punti in meno del torneo scorso
È sempre più complicato, quando di mezzo ci sono la Roma e il Milan attuali, soffermarsi solo sulla partita. Eppure mai e poi mai dovrebbe passare in secondo piano. Il risultato condiziona il futuro delle due società che, prima o poi, si dovranno pronunciare sui loro allenatori. Basta sentirli parlare per capire in che vicolo cieco siano finiti. Garcia ammette di aver scelto la comunicazione neutra che a quanto pare appartiene a chi fa cilecca. E alza le mani: è diventato l’uomo che non può chiedere mai, scrive Ugo Trani su "Il Messaggero".
È, insomma, derby. Ma tra precari. Ormai anche il pubblico è stanco di loro. Senza mettere pressione, però. Allo stadio, qui e al Meazza, vanno di solito 20mila persone. Che non fanno paura a nessuno. La Roma, anche se è davanti in classifica, ha addirittura deluso fin qui più del Milan. Garcia ha raccolto 7 punti in meno del torneo scorso, con 21 gol presi in 18 partite. In campionato 1 successo in 6 gare, flessione che ha certificato il 5° posto a 6 punti dall’Inter capolista e a 5 dalla Fiorentina e dal Napoli. L’andamento è sempre più incerto: un anno fa (non un secolo) 2° posto a 3 punti dalla Juve prima.
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