Per una volta non gli serve la Dybala mask. Gli basta uno sguardo, fermo, risoluto, pungente di chi vuole alimentare entusiasmo («Quando mi ha chiamato Mourinho ho chiesto cosa puntavamo a vincere») senza illudere nessuno («Scudetto? È presto per parlarne, ci sono squadre più attrezzate di noi»). Per poi, ribadire nella stessa frase: «Ma io voglio vincere». Quel verbo tanto caro a José trova in Paulo il naturale compimento scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Del resto Special chiama Special.
Il Messaggero
La Joya dei romani: “Qui per vincere”
Si sono cercati, conosciuti, trovati e alla fine piaciuti. Subito, Da quell'abbraccio prolungato ad Albufeira, il giorno dell'arrivo di
Dybala in hotel dopo 5 ore trascorse a Faro per le visite mediche, è come se l'argentino si fosse sentito immediatamente a casa. Una necessità - quella di sentirsi importante e al centro di un progetto. Subito esaudita. Intanto gli sono bastati pochi giorni per entrare nelle dinamiche del gruppo, e anche se il colloquio con Zaniolo lascia aperta una porta che i tifosi avrebbero preferito rimanesse chiusa, è indice che Paulo è già considerato uno dello spogliatoio: "Tutti conosciamo quello che Nicolò può
dare. Abbiamo parlato, la scelta sta a lui. Tutti vogliamo avere i più forti in squadra, ma non posso intromettermi nel suo futuro". Nel recente passato ha invece declinato l'invito di Totti a vestire la maglia numero 10. Adesso non manca molto per vederlo all'opera. Forse già oggi contro l'Ascoli, nell'amichevole a porte chiuse che si disputerà a Trigoria alle 17,30. Chi vorrà invece gustarselo dal vivo in tv non dovrà che aspettare sabato, quando la Roma ad Haifa giocherà contro il Tottenham di Conte. Ormai ci siamo: il Dybala show è pronto a iniziare.
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