Nainggolan è tornato quello che fa impazzire le folle per il suo modo di correre e di combattere, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, si è messo alle spalle quello che “non era più lui, quello che forse era meglio vendere, quello che fa tardi la sera, che fuma etc etc” quando Radja proprio non riusciva a carburare e si pensava potesse pagare anche la stanchezza dell’Europeo, oltre che una vita e una carriera condotte sempre a mille a l’ora.
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La filosofia del Ninja: «Meno belli e più punti»
Due gol nelle ultime due partite e Nainggolan dice: «A Torino andiamo a comandare»
Son due partite che tutte quelle considerazioni sono sparite dalla testa di tutti. Perché il Ninja è un altro Ninja. Due guizzi e due gol, con Lazio e Milan, due perle attaccate, entrambe con la complicità dei due portieri, prima Marchetti poi Donnarumma.
«A Torino andiamo a comandare». E’ ormai questo l’inno della Roma, trascinata dal new Nainggolan, ma ancora ameno quattro dalla capolista Juventus.
«L’importante era il successo, abbiamo dimostrato carattere. Certe partite, lo scorso anno, non le vincevamo mica», le verità di Radja. «Eravamo belli ma non si prendevano punti. Queste sono le vittorie del carattere. Io un idolo dell’Olimpico? Faccio il mio dovere, per me non è importante fare gol, poi certo ben venga. L’importante è la vittoria di squadra, se vedo lottare tutti quanti come con il Milan è una vittoria ancora più goduta. Adesso ci aspetta la Juve: lì andremo per combattere e vincere».
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