Si è messo la maglietta sopra il volto appena Marcenaro ha fischiato la fine di Sassuolo-Roma. Stava per piangere, era commosso Rasmus Kristensen perché non poteva credere che i tre punti pesantissimi siano arrivati grazie a lui. Un autogol favorito dalla deviazione di Tressoldi (anche se la Lega lo ha assegnato al danese), ma cercato e trovato, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. E per una volta, poco importa che la fortuna abbia sorriso. Altre volte infatti aveva girato le spalle. Rasmus si è così trovato ad essere l'eroe per caso della domenica giallorossa. Mourinho se lo è abbracciato forte, come si fa con un figlio che ha compiuto un'impresa. Nessuno si aspettava nulla da lui, perché in campo c'era gente del calibro di Dybala, Lukaku e Pellegrini che con i gol hanno confidenza. E invece l'outsider ha colpito e fatto male. Poi ha preso coraggio e sulla fascia destra sono nate una serie di azioni che avrebbero potuto portare anche al 3-1. La Roma non lo ha potuto nemmeno inserire nella lista Uefa perché altrimenti non avrebbe rispettato i paletti del fair play finanziario. Chissà se lo sapeva quando Pinto in estate lo ha prelevato in prestito dal Leeds.
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