Dopo l'amichevole contro il Siviglia e al termine del pareggio al Bentegodi Rudi Garcia ha evidenziato ancora che la rosa messa a sua disposizione è incompleta. Ciò che salta all’occhio, scrive oggi Il Messagero, è che il problema non è contingente, è strutturale.
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La difesa c’è ma non si vede
Un quartetto difensivo da scudetto non può essere composto da giocatori fuori ruolo, da altri in fase di recupero
Da quando si sono aperte le trattative era noto come una priorità fosse l’uomo di fascia, e di giocatori in grado di giocare sugli esterni bassi, ne servono più di uno. Uno è la toppa, non la soluzione. Garcia non ama scommettere. Vuole certezze.
Si è avuta tanta fiducia in Castan. Legittima, ma a Verona Garcia si è accorto che «non è al cento per cento». Non poteva esserlo, perché vivere una partita ufficiale (e con tutte quelle palle alte...) dopo essere stato lontano dal campo da un anno, non è facile.
A Verona i due laterali erano “adattati”: Florenzi e Torosidis. Il primo al di là delle frasi di circostanza («questo ruolo mi piace tantissimo»), là dietro soffre, mentre va meglio quando lascia i compiti difensivi. E Toro? Dignitosissimo, ma a Verona commette un errore che uno di ruolo, forse, non commette. La classica diagonale, vedi manuale del calcio.
Un quartetto difensivo da scudetto non può essere composto da giocatori fuori ruolo, da altri in fase di recupero. E meno male che c’è il portiere bravo, uno dice. Era bravo pure De Sanctis, ma in assoluto, il numero uno di una squadra che vuole vincere, prende due tiri in porta ogni due/tre partite, non otto in una. E per ora non è così. E la colpa, questo va sottolineato, non è certo solo della difesa.
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