Edin Dzeko è in astinenza da gol dal 21 novembre, quando segnò su rigore nel pantano di Bologna. Il bosniaco continua a non trovare la via della porta anche contro il Frosinone penultimo in classifica. Come ricorda Mimmo Ferretti su "Il Messaggero", il centravanti ci prova nei 60 minuti giocati: assist di El Shaarawy, controllo di petto e girata di Dzeko di sinistro: Leali in angolo. Un lampo. L’unico della prima frazione, chiusasi tra i fischi dei tifosi giallorossi. Non solo per il bosniaco triste, però.
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La cresta del Faraone è alta, il morale di Edin no
Un po’ lui non si fa trovare, un po’ i compagni non lo trovano come lui vorrebbe e così l’ex City non brilla, alimentando dubbi ormai datati sulla sua reale forza
Un po’ lui non si fa trovare, un po’ i compagni non lo trovano come lui vorrebbe e così l’ex City non brilla. Alimentando dubbi ormai datati sulla sua reale forza. Possibile che abbia fatto un botto così clamoroso? Possibile che abbia perso anche la minima abilità di far male al portiere avversario? Un salto in basso da record mondiale. Roba che neppure nei peggiori incubi.
Nel secondo tempo arriva la magia di El Shaarawy: colpo di tacco sotto la Sud, gol, delirio. Uno splendido biglietto di presentazione. E Dzeko? Sotto la doccia, per far posto a Totti. Un’uscita di campo accompagnata dai fischi. Niente da fare, ancora una partita senza gol. Sarà per un’altra volta, Edin. Forse. Meno male, intanto, che a Roma è arrivato un Faraone a cresta alta.
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