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Kumbulla: “La Roma c’è. Ripartiamo da Tirana”

Kumbulla: “La Roma c’è. Ripartiamo da Tirana” - immagine 1
Il difensore: "Il mio augurio è essere a disposizione prima di Natale"
Redazione

"La Conference League per me è stato il primo trofeo in carriera. Vincerlo nel mio paese è stato ancora più bello" dice Marash Kumbulla intervistato da Stefano Carina su Il Messaggero.Tirana, una gioia. Budapest, inve ce? Una ferita? "Sì, è stata una gara maledetta. Tanta sfortuna, episodi che non hanno girato dalla nostra parte, altre cose che non sono andate bene. Ora dobbiamo ripartire, ma se dobbiamo farlo, ripartiamo da Tirana, dai momenti belli, non dalle delusioni£.

Che squadra è il Partizani? "Buona, si stanno giocando l’accesso alla Conference, sarà un test valido in vista della Salernitana".

Dopo l’ottima annata a Verona, la sua ascesa si è un po’ frenata. "Non sono stato fortunatissimo, come conferma quest’ultimo infortunio. Ho avuto delle difficoltà ma grazie a queste sono migliorato e mi hanno reso più forte caratterialmente".

Lo scorso anno in pochi giorni è passato dal gol alla Real Sociedad al ko al crociato. "Proprio nel momento in cui potevo dare una mano alla squadra, con Mourinho che mi stava dando fiducia… Non ci posso pensare".

Quando pensa di rientrare? "Il mio augurio è essere a disposizione prima di Natale".

In questo periodo difficile chi le è stato più vicino a Trigoria? "I ragazzi sono tutti stati eccezionali. Due giorni dopo che mi ero operato mi aiutavano a infilare scarpe e calzini. Se proprio devo fare dei nomi posso indicare Spinazzola, Karsdorp e Bove".

Da queste amichevoli, si nota come la Roma stia pantando sulla costruzione dal basso. Trasformazione che può agevolarla? "È positivo, ci avevamo lavorato anche lo scorso anno ma giocando ogni tre giorni non era possibile più di tanto puntarci. E un cambiamento che può giovarmi".

Ma lei è migliorato con il piede mancino? "Ancora con questa storia? (ride) Lo dissi ai tempi di Verona, mi auguro di sì. Anzi per forza, altrimenti non sarei alla Roma. Tra l’altro nei tre dietro preferisco essere il terzo di sinistra perché mi permette di giocare con meno pressioni e spingermi un po’ di più in avanti".

A proposito del passato, un paio di anni fa disse che l’avversario più difficile da marcare era Dybala. Rimasto dello stesso avviso ora che la Joya è a Trigoria? "Certamente, Paulo è unico, imprevedibile. Pensi di iniziare a conoscerlo, allenandoti quotidianamente con lui. Eppure riesce sempre a stupirti. Ti nasconde la palla, è semplicemente di un altro livello".

Juric a Verona l’ha plasmata, Mourinho invece? "Mi ha rinforzato a livello caratte rialee agonistico». Treaggettivi per lo Special? «Deciso, aggressivo e carismatico".

La partita che vorrebbe rigiocare? "Roma-Milan, quando mi sono rotto il crociato. Tornando indietro eviterei il contrasto con Giroud. Che sfortuna! Io correvo all’indietro, lui stava cadendo in avanti. Era impossibile evitarlo".

Dei nuovi chi l’ha colpita maggiormente? "Aouar. È un giocatore molto tecnico, penso che ci darà una grossa mano. E poi Ndicka, ci ho parlato l’altro giorno. Sta meglio fisicamente e se sta bene è un grande giocatore".

 

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