Siamo quasi al mafia, pizza e mandolino. "Io in Italia? Sto bene a Liverpool e poi in italiano so dire solo spaghetti". Ecco, appunto. Ci si mette pure il rude Klopp, barba, capello tedesco e occhialoni, ed è bastato solo chiedergli se allenerebbe un giorno in Italia per farlo inciampare nella retorica più spicciola, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
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Klopp coccola Salah: “Ci aiuterà a dimostrare quanto siamo belli”
Il tecnico: "Momo? L'uomo che è ora, lo è diventato grazie anche alla Roma"
"Con Eusebio non ho solo occhiali e barba in comune: siamo partiti dal basso, cominciando ad allenare le piccole. Sul gioco ci sono poche similitudini tra noi, anche se a lui, come a me, piace organizzare una squadra che sappia imporre il proprio gioco".
In comune poi, non hanno nemmeno Salah - premiato come miglior calciatore dell'anno - perché l'egiziano è finito alla corte di Klopp proprio quando Eusebio si stava accasando a Roma. "Sono felice e sono fiero di Momo, non solo per il premio ricevuto. L'uomo che è ora, lo è diventato grazie anche alla Roma. E i difensori italiani gli daranno una bella accoglienza come prevedibile...".
Klopp ha parole dolci per la Roma. "E' una squadra che va rispettata. Magari non tutti conoscono Liverpool mentre Roma è una grande città, possiamo mostrare quanto siamo belli. E noi ce lo meritiamo".
Klopp ha solo un dubbio in testa, che non scioglie durante l'incontro con i giornalisti. Non dà vantaggi, così come il suo collega Di Francesco: Henderson o Wijnaldum a centrocampo? In vantaggio a quanto pare è il primo. Salah è l'intoccabile. «Cara Roma, ti voglio bene ma ti batto», in sintesi i concetti ribaditi da Momo.
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