rassegna stampa

Keita, il capitano straniero: fascia e posto (quasi) fisso

Spalletti gli dà sistematicamente fiducia, ai danni di Vainqueur e in assenza di Totti, De Rossi e Florenzi i gradi di capitano vanno a lui

Redazione

La fascia da capitano, da sempre, per e nella Roma è una cosa seria, che si tramanda, di generazione in generazione, seguendo principi chiari, a cominciare dal luogo di nascita fino alla fede giallorossa. Ci sono stati anche capitani non romani e romanisti, come evidenzia Mimmo Ferretti su Il Messaggero, ma icone come Di Bartolomei, Conti e Giannini.

Ma a uno come Seydou Keita, stabilmente capitano quando non ci sono in campo Totti, De Rossi e Florenzi, quella fascia sta bene, e il maliano la indossa con disinvotura onorandola con classe e personalità.

Fu Garcia la scorsa stagione a promuoverlo.  Quella decisione aveva destato un po’ di perplessità ma, a gioco lungo, si è capito il perché di quella mossa, riproposta anche da Luciano Spalletti.

Lucio gli dà sistematicamente fiducia, ai danni di Vainqueur. Simili ma non uguali, i due. «Uno è più palleggiatore, l’altro è più aggressivo», ha sintetizzato l’allenatore prima di Empoli. Ma il fatto che Seydou sia stato cinque volte titolare in occasione delle sei vittorie di fila della Roma, la dice lunga sulla considerazione che Spalletti ha sul conto del capitano straniero della Roma.

L'avventura di Keita nella Roma sta volgendo verso la conclusione ma non v’è dubbio che il suo transito nella Capitale non resterà nella storia giallorossa solo per un semplice dato statistico. Perché chi indossa quella fascia non sarà mai considerato uno qualsiasi, uno di passaggio e basta.