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rassegna stampa

Keita affonda Spalletti

La doppietta del senegalese e la rete di Basta regalano il derby alla Lazio: Roma dominata sul piano del gioco

Redazione

Nel quarto derby stagionale la Roma ha trovato chiusa la porta del Paradiso.  Inzaghi, scrive Ugo TRani su Il Messaggero, come nelle semifinali di Coppa Italia, ha umiliato Spalletti: 3 a 1, con Keita che ha scritto e presentato il conto, ridicolizzando i rivali. Il raccolto è pure misero, pesata la superiorità biancoceleste. Non c'è stata partita. Tatticamente, fisicamente e caratterialmente.

I giallorossi sono usciti di scena prima di scendere in campo e, a 4 turni dal traguardo, hanno visto evaporare il sogno scudetto sotto il sole, perdendo il 2° derby stagionale. Il Napoli, tenendo a distanza di sicurezza i biancocelesti (+7), si è riavvicinato alla Roma (-1): il 2° posto per andare direttamente in Champions non è ancora assegnato.

Sabato Inzaghi non aveva bluffato, annunciando la replica del copione scelto per la Coppa Italia. Così ha vinto il suo 1° derby in campionato, interrompendo il digiuno della Lazio, durato 5 anni. Ma più del sistema di gioco ha pesato la strategia. Perché, senza Immobile (virus intestinale), ha sistemato Lulic accanto a Keita e schiantato il fragile 4-3-3 del collega. Aspettando e ripartendo. Proprio come il 1° marzo e il 4 aprile.

Spalletti, poco lucido e tanto distratto alla meta, c'è cascato di nuovo. Più che pensare a 7 anni fa quando lasciò la panchina a Ranieri, come ha fatto alla vigilia, e a come si sarebbe comportato a fine torneo, come ha urlato a lungo in questo 2017, avrebbe dovuto dedicarsi al presente. Preparando meglio la Partita. La società gli ha permesso di dettare, dall'esclusivo pulpito, il proprio credo. E, per non mettere a rischio l'accesso diretto alla Champions, non è intervenuta. Adesso se n'è pentita. Perché quanto si è visto nel 4° derby stagionale non è ammissibile. Qui, a Boston e a Londra. La prestazione è stata scadente a 360° gradi, con l'allenatore inspiegabilmente in tilt prima, durante e anche dopo il match. I giallorossi si sono presentati in campo con la solita paura di chi è abituato a fare cilecca sempre sul più bello.  Il capocannoniere Dzeko è il simbolo del flop, con le reti fallite all'inizio di entrambi i tempi.

Keita, subito in fuga per la vittoria, ha invece indirizzato il match, con Fazio che, affiancato nel sonno da Emerson, si è addormentato. Orsato ha negato a Lukaku, colpito da Fazio, il rigore per il possibile 2 a 0 e ha regalato a Strootman, nemmeno sfiorato da Wallace, quello trasformato da De Rossi, nel recupero del primo tempo, per l'1 a 1. La ripresa è stata a senso unico: sontuosa l'esibizione della Lazio, vergognoso il black out della Roma. Spalletti ha iniziato il secondo tempo con Peres al posto di El Shaarawy per mettersi a specchio con il 3-5-2. Correzione fatale: l'assetto si è frantumato davanti ai velocisti biancocelesti . Inutile pure l'ingresso di Perotti, fuori Fazio che aveva appena steso Keita (2° rigore ignorato), per il 4-2-3-1. Confusione totale, ampliata con l'ingresso di Totti: 20 minuti, scambio della fascia con De Rossi, per farlo partecipe del ko.