Nord e centro-sud, nobiltà e popolo, tradizione vincente contro sogni di gloria. Con Juve-Roma di domani torna una delle rivalità calcistiche più aspre della serie A,nonostante la sfida non sia catalogabile come un 'classico'. Ma da Testaccio a Turone, da Moggi ai duelli Del Piero-Totti, quella di domani è un altro atto di una sfida rovente. La rivalità calcistica è nata agli inizi degli anni '80, con l'arrivo nella capitale del 'Divino' Falcao e poi quello a Torino di 'Le Roi' Platini, il gol annullato a Turone e le polemiche a base di centimetri tra Giampiero Boniperti e Dino Viola. È stato un lungo amarcord che arriva fino ad oggi e fa parlare per settimane. Ma anche nei decenni precedenti c'erano state tante sfide rimaste negli annali, quasi a voler testimoniare che questo confronto si porta sempre dietro qualcosa di particolare.
rassegna stampa
Juve-Roma, veleni e rivalità. Dal gol di Turone all’era Moggi
Nord e centro-sud, nobiltà e popolo, tradizione vincente contro sogni di gloria. Con Juve-Roma di domani
Quel 1930. Basti pensare che fu proprio la Juventus, il 12 gennaio del 1930, la prima squadra in assoluto a violare l'imbattibilità di Testaccio, il mitico 'tempiò della Roma, piegata dal 'trio delle meravigliè composto da Combi, Rosetta e Caligaris e dall'estro di 'Mumò Orsi, tutte stelle, quando ancora la Juve non ne aveva sulla maglia, che quattro anni dopo diventeranno campioni del mondo. L'anno dopo i giallorossi si riscattarono con un clamoroso 5-0 che divenne anche un film, con alcuni calciatori romanisti nel ruolo di comparse. Quel clamoroso tonfo del marzo 1931 non impedì comunque alla Juve di vincere il primo scudetto del suo magico quinquennio, a spese proprio della Roma che quell'anno fu la sua rivale più pericolosa nella corsa al titolo.
Il riscatto sei anni dopo. Nel 1936 un 3-1 della Roma in casa dei rivali interruppe la leggenda della squadra del quinquennio tricolore, mentre nel 1942 la Roma vinse lo scudetto, il primo della sua storia, ma perse contro la Juve (2-0). Curiosamente, la storia si ripeterà nel 1983, quando i giallorossi saranno di nuovo campioni d'Italia ma perderanno all'Olimpico contro gli arci-rivali, con la rete decisiva di Brio a 4' dalla fine e lo stopper che viene morso da un cane-poliziotto di servizio a bordo campo. Finisce comunque con la scritta sui muri della Capitale: 'meglio uno scudetto da lupi che cento da Agnelli'. In precedenza c'era stato anche lo Juve-Roma 7-2 dell'8 ottobre 1950, con Hansen, Praest e Boniperti scatenati. A conclusione di quel campionato la Roma retrocesse, per la prima volta nella sua storia, in serie B.
All'inizio del 1958 la Roma vince invece per 4-1 umiliando la cosiddetta armata invincibile di Boniperti, Charles e Sivori, mentre particolarmente beffarda per i tifosi giallorossi suona la vittoria esterna dei bianconeri per 2-1 nel maggio del 1973: quel gol di Cuccureddu consegna lo scudetto ai bianconeri, e ai romanisti per consolarsi non rimane che pensare che almeno non l'ha vinto la Lazio, beffata sul filo di lana (si rifarà l'anno seguente). All'inizio degli anni '80, sotto la presidenza Dino Viola, la 'Rometta' diventa Roma e riesce a offuscare il blasone bianconero, ma il 10 maggio del 1981 riserva un'altra beffa alla squadra della capitale. È la partita, a Torino, di quei dieci centimetri di cui poi si si discuterà all'infinito, di quel gol di Turone annullato dall'arbitro Bergamo per un presunto fuorigioco. Alla Roma l'episodio costa lo scudetto, e da quel giorno la Juve diventa la nemica numero uno. C'è stato un prima e un dopo Turone, che contiene anche il clamoroso 5-0 bianconero del 1990, la partita della rimessa 'invertità di Aldair, la madre di tutte le proteste arbitrali - quasi sempre giallorosse -.
Gli anni '90 sono quelli delle polemiche tra Sensi e Moggi-Giraudo: tutto cominciò da Paulo Sosa e Ferrara, due acquisti giallorossi 'scippatì dal dg bianconero e portati alla Juve. Nel 2001, poi il terzo scudetto i giallorossi andarono a prenderselo a Torino, con una rimonta da 0-2 e gol del pari del giapponese Nakata: stavolta è la Juve a protestare perchè la Federcalcio pochi giorni prima aveva cambiato la norma stranieri. La Roma sorride al ricordo del trionfo per 4-0 nel match del 2004 in cui Totti con la mano fa il gesto proprio del quattro e 'tutti a casà. Ma alla fine di quella stagione la Juve si prende la più crudele delle rivincite: Capello lascia Roma e va sulla panchina bianconera. Ancora sfide al calor bianco, dunque. Anzi, piuttosto bianconere negli ultimi anni. Come il doppio ko dell'anno scorso, 3-0 in Coppa Italia con Del Piero protagonista finale della sfida infinita con l'amico-rivale Totti, e poi il 4-0 di campionato. Ora, è di nuovo Juve-Roma. Di nuovo rivalità accese.
FONTE: ilmessaggero.it
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