Il re di coppe si guarda in giro incuriosito. Dal 1992, anno nel quale è stata lanciata la Champions, Mourinho è l’allenatore che ha vinto più partite in Europa. Con gli ultimi due successi nella fase a gironi con Hjk e Ludogorets è salito a quota 108, uno in più di Ancelotti, 2 di Sir Alex Ferguson. Come tutti i re che si rispettino, non è abituato ad aspettare. Così - sottolinea Stefano Carina su 'Il Messaggero' - quando gli viene chiesto del suo futuro, il colpo parte quasi naturale e fa inevitabilmente centro: "Incontro a fine stagione? Si parte dal principio che la proprietà mi troverà solo alla fine dell’anno. Siamo a metà febbraio, secondo voi la proprietà vuole parlare con me a giugno perché finisce il campionato? Sinceramente mi sembra un po’ tardi. Cosa mi aspetto? Non mi attendo nulla, loro sanno cosa possono aspettarsi da me". Mou esce allo scoperto e decide di farlo alla vigilia di una gara che somiglia molto ad un crocevia europeo. Come se non aspettasse altro.
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José chiama Friedkin
Ora Pinto dovrà arrendersi all’evidenza. Non solo lo Special ha chiesto un incontro, ma lo vuole anche in fretta sempre che la Roma abbia intenzione di andare avanti con lui. E se ha detto di no al Portogallo a dicembre, questo non vuol dire che a breve non possa iniziare a guardarsi intorno. Sono diverse le panchine delle big europee che si stanno liberando: Chelsea,Real Madrid se Ancelotti accettasse la Seleçao brasiliana e un occhio va sempre al Psg. Ora la palla passa non tanto a Pinto quanto ai Friedkin. Perché Mourinho stavolta ha evitato il solito giochino di chiamare in causa il connazionale che non è altro che il frontman di una linea che è però dettata dalla proprietà Usa. Passa così in secondo piano anche la riabilitazione del figliol prodigo Karsdorp: "Ho usato un aggettivo troppo pesante e poi siamo entrati in un periodo che per molti sembrava tutto finito, ma per noi no". Di certo non tornerà indietro riguardo al suo futuro. Che sia a Roma o altrove, José ha sempre in testa la stessa cosa: vincere.
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