rassegna stampa

Il ponte promesso dal governo alla fine è sparito dalle carte «Un incentivo a prendere il treno»

Il collegamento "di Traiano" è rimasto senza finanziamento

Redazione

Era il 28 febbraio 2017, Raggi brindava al patto con Parnasi e Pallotta, il compromesso che ha portato i grillini ad avallare un'operazione calcistico-immobiliare bollata fino a poco prima come "speculazione immobiliare", scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero. L'accordo: taglio (parziale) alle cubature monstre per negozi e uffici - che però continuano a sforare ampiamente il Piano regolatore - in cambio di una sforbiciata alle infrastrutture pubbliche che avrebbero dovuto pagare i proponenti. Ma il ponte, prometteva la sindaca, all'epoca consigliata da Lanzalone, sarebbe rimasto: "Un ponte sul Tevere snellirà il flusso di automobili attuali e supporterà quello previsto in occasione delle partite", l'assicurazione su Facebook.

Invece il Ponte, ribattezzato "di Traiano", è sparito. I privati non si sono più impegnati a finanziarlo, anche se i tecnici della Mobilità che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi lo hanno definito fondamentale per scongiurare la paralisi. Ecco perché, prima che la Conferenza si chiudesse, per evitare un'altra bocciatura (sarebbe stata la seconda), a dicembre 2017 il governo, all'epoca a trazione Pd, annunciò che il collegamento sarebbe stato finanziato dallo Stato. Parole, a cui non è mai seguito un atto formale.

Il ponte, si è scoperto ieri, non servirebbe più. La soluzione? Scoraggiare i tifosi a prendere l'auto. Anche se i prof del Politecnico sono stati chiari: anche ammesso che "il 50%" degli spettatori («ipotesi ottimistica») andasse allo stadio coi mezzi pubblici, il quadro della viabilità sarebbe comunque "catastrofico", "blocco totale". Perché tutto graverebbe sull'unico nuovo ponte, quello "dei Congressi", impantanato per la verità in un iter burocratico tortuoso, e che «da solo - ha scritto il Politecnico - non è sufficiente».

"Se manca il ponte, rischia di andare al collasso tutto quel quadrante di Roma", spiega Andrea Giuricin, docente alla Bicocca di Milano ed esperto di economia dei trasporti.