rassegna stampa

Il pm: «Tor di Valle, processo per i terreni del nuovo stadio»

La società proprietaria del terreno sarebbe stata portata al fallimento con «operazioni dolose», l’ultima delle quali consisterebbe nella restituzione prima del tempo del bene principale che aveva in gestione, cioè il galoppatoio

Redazione

Problemi per lo stadio della Roma e non solo per colpa delle carenze sul progetto. Come sottolinea Michela Allegri su Il Messaggero, il terreno su cui dovrebbe sorgere l'impianto è al centro di un’operazione di distrazione ai danni dei creditori della società “Ippodromo Tor di Valle Srl”. L’ha stabilito la Procura, che ha chiesto il processo per quattro persone con le accuse di bancarotta fraudolenta e omesso pagamento dell’Iva.

Per gli inquirenti, gli imputati avrebbero messo in atto una «manovra artificiosa», si legge negli atti. Il terreno di Tor di Valle sarebbe stato fatto rientrare in possesso della Sais «libero da gravami» e pronto per essere ceduto al costruttore Luca Parnasi (che non compare nell’inchiesta), che voleva realizzare in quell’area lo stadio della Roma. In sostanza, per l’accusa, la società Ippodromo Tor di Valle sarebbe stata portata al fallimento con «operazioni dolose», l’ultima delle quali consisterebbe nella restituzione prima del tempo del bene principale che aveva in gestione, cioè il galoppatoio. L’area, di proprietà della Sais, era infatti vincolata da un contratto d’affitto stipulato nel 2000 con la società Ippodromi & Città srl. Nel maggio 2008, Ippodromo Tor di Valle srl è subentrata nel contratto in questione, con l’acquisto del ramo d'azienda. L’accordo di locazione, in scadenza nel giugno 2016, sarebbe stato sciolto anticipatamente con un atto di transazione datato 14 febbraio 2013. In questo modo, la Sais, nuovamente proprietaria dell’area, avrebbe venduto il terreno alla Eurnova srl, che intende realizzare lo stadio.

La stipula del contratto preliminare di vendita del terreno risale al 25 marzo 2010. Il documento definitivo, invece, è datato 25 giugno 2013, quando la società del gruppo Parnasi ha acquistato l’area al prezzo di 42 milioni di euro. Secondo la Procura, parte di questi proventi spetterebbe ai creditori di Ippodromi & Città e Ippodromo di Tor di Valle, entrambe fallite. Per il magistrato, come è scritto nel capo d’imputazione, «lo scioglimento anticipato del contratto di locazione e la conseguente restituzione anticipata del terreno erano formalmente giustificati sulla base del debito maturato da Ippodromo Tor di Valle verso la Sais per canoni non pagati, laddove l’inadempienza e il conseguente debito erano conseguenza della oggettiva e preordinata condizione di insolvenza in cui versava la azienda Ippodromo Tor di Valle sin dal 6.05.2008, data in cui la Ippodromo Tor di Valle Srl l’aveva acquistata».