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Il Messaggero

Il metodo Juric: una Roma operaia

Il metodo Juric: una Roma operaia - immagine 1
Per il croato un contratto di un anno più l'opzione di rinnovo in caso di Champions: "figlio" di Gasperini, propone un 3-4-2-1 aggressivo con marcature a uomo a tutto campo
Redazione

Non chiamatelo traghettatore, potrebbe alterarsi. Ma nei fatti lo è, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Ivan Juric, nuovo allenatore della Roma, ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2025. Giusto il tempo di provare a riportare in Champions i giallorossi. Se ce la farà, Dan Friedkin (forse) non indosserà i panni del tagliatore di teste e lo lascerà al suo posto. Altrimenti, grazie e a mai più rivederci. Il suo calcio esprime a pieno il suo carattere sanguigno: pressing, marcature a uomo e attacco a tutto campo. Gioca con la difesa a tre, linea che ai piani alti della Roma avrebbero voluto praticasse De Rossi. A cui aggiunge anche due mediani fisici e di interdizione e due esterni che spingono. Dietro alla punta, due trequartisti per rendere l'attacco più frizzante. Il suo centravanti deve essere fisico e bravo a sfruttare i cross. Un 3-4-2-1 che non muta, che esalta le difese, ma rende gli attaccanti meno prolifici. Inoltre, Juric non ha mai gestito tre impegni settimanali alternando partite di campionato a quelle di Coppa. Il mercato fatto in estate, non è adeguato per un allenatore come il croato. Dovrà essere bravo ad adattare alcuni dei suoi calciatori e soprattutto a ruotarli accantonando l'idea di avere una formazione tipo. Tanto di quello che conosce lo ha imparato dal suo mentore Gasperini, è stato lui a dare l'annuncio, inavvertitamente, durante un'intervista di ieri, alla vigilia dell'esordio in Champions. Un tecnico meticoloso ai limiti dell'ossessione. È arrivato anche a mandare alcuni dei suoi preparatori a spiare gli allenamenti delle altre squadre. È capitato alla Roma di De Rossi lo scorso febbraio: il suo preparatore Orecchio è stato pizzicato tra gli alberi confinanti con il Fulvio Bernardini a filmare la seduta, facendosi bloccare e identificare dalla polizia.

Un carattere istintivo, testardo e imprevedibile anche quando le cose sembrano aver preso una direzione precisa. Come questa estate quando era vicinissimo ad allenare Cagli-ri, Udinese e l'Hajduk Spalato, il club per cui tifa. Ma poi la trattativa è sfumata per un suo clamoroso dietro-font. A volte, invece, in campo non riesce a trattenersi. Un uomo istintivo, a volte oltre i limiti, una figura ingombrante e decisionista. Difficile che si allinei a direttive societarie che non approva. È già accaduto in granata nella furiosa lite con tanto di rissa sfiorata, insulti e spintoni avvenuta a Waidring con Davide Vagnati, il suo direttore dell'area tecnica. È stato contestato pesantemente anche dalla curva granata e lui ha risposto mostrandogli il dito medio. Nel suo staff ha inserito Matteo Paro, che sarà il secondo, e tra i preparatori atletici c'è il croato Stjepan Ostojic. Curiosità: nel dare l'annuncio ufficiale, arrivato in serata dopo il primo allenamento, il club ha pubblicato sul proprio sito una foto del tecnico con all'Olimpico con la tuta della Roma. Non un errore, in realtà le foto non erano ancora state scattate e c'era l'esigenza di dare in tempi brevi la comunicazione.