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rassegna stampa

Il governo prende tempo, tensione sul protocollo

Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora è stato categorico nel suo decisionismo. Per ora di riaprire il campionato non se ne parla

Redazione

A scendere in campo ora è solo la politica. Una campagna elettorale con il pallone sullo sfondo, scrive Emiliano Bernardini su Il Messaggero.

Mettere il cappello su questa decisione regalerà comunque consensi. Ecco allora la corsa alla dichiarazione.

Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora è stato categorico nel suo decisionismo. Per ora di riaprire non se ne parla. E allora ecco la serie A prova a scendere sullo stesso terreno di gioco per provare a forzare la mano. E puntuali sono circolate le voci di possibili dimissioni di Spadafora. «Non metto bocca su una questione politica. Il calcio ha il diritto e il dovere di provare finire il campionato ma che è indispensabile avere un'alternativa» il pensiero del numero uno del Coni, Giovanni Malagò al Tg Sport di Raidue. Nessuna decisione è ancora stata presa. Domani se ne saprà di più. Già, solo per il fatto che anche la Bundesliga tedesca è chiamata a decidere se chiudere definitivamente o se riaprire. Ma non sarà l'unica condizione per decidere. Il premier Giuseppe Conte vorrebbe prendere altro tempo.

Il Ministro dello sport dopo l'uscita di domenica che ha scatenato una miriade di polemiche, ieri è tornato a parlare: "Stiamo lavorando per le linee guida per gli sport di squadra". Con tanto di hashtag #losportriparte. "Nessuno ci ha chiamato. Restiamo in attesa" ripete il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina che aspetta un segnale per il confronto con il Cts sul protocollo. Anche se in ambienti del ministero sembra non lo considerino più così urgente.

Intanto una bozza del nuovo decreto è già pronta. Chiaro potrebbero esserci modifiche ma Spadafora ha puntato ancora sullo sport di base. Compare di nuovo il bonus dei 600 euro per i collaboratori sportivi. Cambiano le risorse che da 50 milioni passano addirittura a 270. Inoltre la bozza prevede l'estensione del contributo anche ai dipendenti fino a 50mila euro. Insomma stavolta ce n'è per tutti. Tranne il calcio.