La prima avvisaglia due giorni fa: un pullman di tifosi del Torino è stato preso a sassate da supporter del Bologna. L'agguato del 26 dicembre a due chilometri dallo stadio di San Siro, feroce e organizzato, può far saltare i delicati equilibri tra tifoserie e il rischio di una nuova stagione di violenza per il calcio italiano è quanto mai elevato, scrive Claudia Guasco su Il Messaggero.
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Il gip lancia l’allarme dopo la morte dell’ultrà: “Rappresaglie in vista”
Potrebbero saltare i delicati equilibri tra tifoserie e il rischio di una nuova stagione di violenza per il calcio italiano è quanto mai elevato
Perché l'assalto degli ultrà interisti al convoglio in arrivo da Napoli "ha avuto grande risonanza ed è quindi idoneo a scatenare azioni simili e anche episodi di rappresaglia, e di conseguenza si pone a un livello molto elevato di gravità ben superiore a quello di una comune rissa e cioè del reato in cui l'episodio è necessariamente inquadrato", scrive il gip Guido Salvini nell'ordinanza con cui convalida l'arresto dei tre nerazzurri già in carcere a San Vittore.
Non si è trattato di "un normale scontro tra gruppi di tifosi durante una partita o subito dopo di essa, né alla loro origine vi è il comportamento di un singolo o di poche persone", sottolinea il gip. In questo caso siamo di fronte a "un'azione di stile militare, preordinata e avvenuta a distanza dallo stadio Meazza tendendo un agguato ai tifosi della squadra opposta".
E dunque l'imboscata "è espressione tra le più brutali di una sottocultura sportiva di banda che richiama piuttosto, per la tecnica usata, uno scontro tra opposte fazioni politiche".
Purtroppo, sottolinea il giudice, nessuno sembra aver assistito al momento in cui Belardinelli è stato travolto da un suv. Gli investigatori sono al lavoro per capire se l'impatto sia stato casuale o voluto: nelle chat di tifosi c'è chi assicura che il suv abbia travolto volontariamente l'ultrà, aprendo lo sportello per colpire anche un compagno.
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