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Il Genoa rivoltato da cima a fondo: Blessin e 15 nuovi per il miracolo

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I Grifoni si presentano all'Olimpico con una vittoria in 23 gare

Redazione

È un indovinello, avvolto in un mistero, all’interno di un enigma: la celebre descrizione dell’Unione Sovietica da parte di Winston Churchill può valere anche per il Genoa, atteso all’Olimpico contro la Roma, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. E non solo perché è penultimo in classifica, con una vittoria in 23 gare. È che al momento non esiste in serie A una squadra più indecifrabile e più rinnovata, dai quadri societari e tecnici al parco giocatori, fino allo sponsor di maglia, che esordisce domani ed è un integratore, di quelli per ripartire di slancio. I dirigenti sono arrivati a metà novembre, dagli Usa come ormai un terzo dei proprietari in A. Sa di laboratorio l’operazione tecnica che a metà gennaio, constatati gli impacci di Andriy Shevchenko che a sua volta era subentrato a Ballardini, ha portato in panchina Alexander Blessin da Stoccarda, 48 anni, 0-0 all’esordio contro l’Udinese, un curriculum che sta in un biglietto del tram: 8 anni nelle giovanili del Lipsia, poi 18 mesi in Belgio all’Ostenda (subito un quinto posto, ma un mese fa era terz’ultimo in classifica). E' stato tirato fuori un mercato frenetico, con un passivo di 20 milioni: tra rientri prestiti, rescissioni varie e ragazzi, sono andati via in 13 (tra cui Pandev, Behrami, Caicedo e Radovanovic) e sono arrivati in 15, tutti tra i 20 e i 25 anni. E quasi tutti dall’Europa del nord, tranne gli italiani Piccoli e Calafiori: tra gli altri il tedesco Amiri, i norvegesi Frendrup e Ostigard, l’islandese Gudmundsson, lo svizzero Hefti, l’attaccante italo-ghanese Kelvin Yeboah, nipote del mitico Tony Yeboah.