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rassegna stampa

Il Faraone si riprende la Roma

L'ex El Shaarawy contro il Genoa sarà ancora titolare dopo aver vissuto molto tempo ai margini della squadra

Redazione

A Trigoria stanno pensando di prendere un attaccante, e da domani per El Shaarawy non c'è più tempo da perdere.

È una stagione strana quella dell'ex milanista, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero, almeno se paragonata a quella passata dove, arrivato a Roma a gennaio, fu l'arma in più di Spalletti nella rincorsa-Champions. Sedici presenze, quindici da titolare, otto gol. Ora i numeri sono cambiati. Sempre sedici presenze in campionato ma soltanto la metà dal primo minuto e appena tre reti.

Spalletti lo stima e la dimostrazione è che quando un anno fa c'è stato da dare l'assenso al suo acquisto non ha esitato un attimo. Lo vorrebbe però più partecipe al gioco. E che si accontentasse di meno.

Se dopo l'esclusione di Torino Spalletti voleva una risposta, l'ha già avuta. La Roma che supera nell'ultima gara dell'anno il Chievo 3-1, lo deve soprattutto alla serata di grazia dell'ex milanista che prima ha pareggiato con una splendida punizione il vantaggio iniziale di De Guzman e poi ha dato il via all'azione del 2-1, conclusa dal tocco a un metro dalla linea di porta di Dzeko. Ora che Salah è partito per la coppa d'Africa, tocca nuovamente a lui. El Shaarawy ci conta e ci spera. Con la Roma rullo compressore all'Olimpico, Stephan in questa stagione segna soltanto in casa (Crotone, Palermo e Chievo in campionato, doppietta con l'Austria Vienna in Europa League) e cerca ancora il primo acuto in trasferta.

Contro i rossoblù il feeling è ottimo: 5 vittorie, appena una sconfitta e due gol segnati, l'ultimo nel successo dello scorso anno per 3-2. Non vederlo in campo a Genova sarebbe una sorpresa. Anche perché, almeno a parole, si è già detto disponibile a giocare ovunque. Anche a destra, dove Spalletti aveva invece dichiarato come né lui, né Perotti, fossero convinti: «Un calciatore di A deve essere disponibile a fare tutto. Per me non ci sono problemi. L'importante è vincere». E giocare.