Gli Internazionali di tennis, in programma al Foro Italico di Roma dal 14 al 21 settembre, si giocheranno a porte chiuse. Il Comitato tecnico scientifico, ieri pomeriggio, ha confermato che non vi sono le condizioni, visto l'andamento dell'epidemia, per aprire i cancelli al pubblico. La Regione Lazio, che aveva domandato un parere al Cts in seguito alla richiesta della Federazione tennis, rispetterà questa decisione. Il Cts - riporta 'Il Messaggero' - ha detto no anche al pubblico per la serie A di calcio, ma su questo l'ultima parola spetta al governo. Problema: come è successo per la riapertura delle discoteche quest'estate, ogni Regione sta andando per conto proprio.
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Il Cts: sport senza pubblico. Ma come per le discoteche Regioni pronte a derogare
Il Comitato tecnico scientifico ha detto no ai tifosi negli stadi in Serie A, ma diverse regioni hanno già firmato delle ordinanze, riaprendo gli impianti sportivi
Attilio Fontana, governatore della Lombardia, lascerà a porte chiuse il Gran premio di Formula 1 di Monza che si svolgerà domenica (ci saranno solo 250 medici e infermieri), ma ha già detto: "È possibile riaprire gli stadi e i palazzetti? Assolutamente sì. Ho pronta l'ordinanza per la riapertura per il 25 per cento della capienza, con obbligo di mascherina solo nei posti chiusi". E se il ministro della Salute, Roberto Speranza, è in linea con la prudenza del Cts, dalle Regioni le fughe in avanti sono già numerose e trasversali. A partire dall'Abruzzo: il governatore Marco Marsilio (centrodestra) ha firmato un provvedimento che riapre gli stadi. Poi l'Emilia-Romagna, con il presidente Stefano Bonaccini che ha autorizzato la riapertura degli impianti sportivi con un numero massimo di spettatori pari al 25 per cento della capienza. Al Mugello, in Toscana, per la Formula 1 (13 settembre), previsti 3.000 spettatori. In Friuli-Venezia Giulia, il presidente Massimiliano Fedriga ha autorizzato 1.000 spettatori nel palasport di Trieste per la Supercoppa di basket. In sintesi: il Cts frena, le Regioni accelerano.
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