(Il Messaggero - S.Carina) Il primo grado davanti alla Commissione Disciplinare aveva tracciato la linea da seguire. Come accaduto per Andrea Masiello, l’unica possibilità per i legali dei 13 tesserati e i 2 club squalificati, era adottare la stessa strategia difensiva nei confronti di Filippo Carobbio. E dunque, non più (o meglio, non solo) puntare sull’estraneità ai fatti addebitati ai loro assistiti ma convergere totalmente sull’inattendibilità dell’ex centrocampista del Siena. Ed è quello che è andato in scena ieri all’Ostello della Gioventù, davanti alla Corte Federale, secondo grado di giudizio della giustizia sportiva, in 8 ore di dibattimento.
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Il contropiede di Conte
(Il Messaggero – S.Carina) Il primo grado davanti alla Commissione Disciplinare aveva tracciato la linea da seguire.
Cambio di strategia del quale si è fatta paladina l’avvocato Giulia Bongiorno, entrata a far parte del pool difensivo di Antonio Conte, presente ieri in aula: «Carobbio non mente mai, non sbaglia mai. Ha una percentuale di infallibilità del 100% - l’affondo del legale – Le parole che sono state usate dalla Disciplinare sono assoluta attendibilità. Ma l'assoluto è Dio, il verbo, una credibilità divina. Possibile che non ci possa essere una sola dichiarazione di questo signore che non sia assoluta? Venticinque calciatori del Siena lo smentiscono, prevale lui. Poi gode anche del cosiddetto riscontro ping-pong. Per Novara-Siena è credibile grazie a AlbinoLeffe-Siena e viceversa, ma come è possibile?».
L’avvocato Bongiorno è un crescendo, simile ad un Bolero raveliano: «L’unico a non ritenere una divinità Carobbio è il Gip di Cremona, Salvini, che lo definisce un dichiarante che miscela verità e menzogne per alleggerire la sua posizione. Mai visto un giudizio così pesante». Poi la novità a livello difensivo: «Perché doveva tirare in ballo Conte? La risposta sta in cosa rischia Carobbio nel penale. Il suo problema non è tornare a giocare a calcio ma se passerà o meno qualche anno in carcere. La strategia difensiva è chiara: derubricare il reato di associazione a delinquere pluriaggravata, in frode sportiva. Carobbio accusa Conte e la società per ridimensionare il suo ruolo nel calcioscommesse. Se avessi avuto la possibilità gli avrei chiesto: scusi, ma Gervasoni ha detto la verità o no quando dice che la gara Siena-Novara è stata combinata dagli zingari? Qui abbiamo un Carobbio smentito da Gervasoni».
E su AlbinoLeffe-Siena: «L’accusa ritiene che Conte non poteva non sapere perché ha un carattere da accentratore. Le prime tre ricerche su Google dicono che Conte è arrogante, duro e pessimo. Ma se uno è così, non gli dici nulla».
Non si è fatta attendere la replica del procuratore federale, Stefano Palazzi: «La credibilità di Carobbio è dimostrata dai fatti. Tutte le dichiarazioni sono pienamente riscontrate sia dalle indagini della polizia giudiziaria sia dai contatti telefonici tra gli esponenti del mondo delle scommesse e i calciatori».
Il pm ribatte anche riguardo la presunta contraddizione tra Gervasoni e Carobbio: «Il primo afferma che fu Carobbio a contattare gli zingari, il secondo dichiara invece di essere stato contattato. La cosa importante è che la circostanza è confermata. Non è vero poi che c’è un riscontro ping-pong della credibilità del Carobbio, visto che la sua ricostruzione è confermata dalle dichiarazioni confessorie rese da Passoni, Poloni, Garlini e parzialmente da Sala, sulla combine di AlbinoLeffe-Siena. Per tutti questi motivi chiedo il rigetto dei ricorsi presentati». E oggi si riprende, stavolta con il filone di Bari.
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