rassegna stampa

Il canto del gallo e il tuffo di Lucio

Il plateale tuffo a terra di Spalletti dopo l'ennesima palla-gol buttata al vento è sembrato più un gesto di disperazione che di rabbia: possibile, già alla prima trasferta di campionato, cedere alla disperazione? Oppure accusare la squadra di...

Redazione

Quattro squadre in testa alla classifica, e a punteggio pieno, dopo due giornate. C'è la Juve, ci sono le due genovesi, e c'è il Sassuolo. Un Sassuolo che ha saputo capitalizzare al meglio i suoi gol, avendo tre punti più del Torino che ha segnato più del doppio degli emiliani. Il Toro di Mihajlovic vanta il miglior attacco, 7 reti: il Gallo Belotti ne ha segnati 4 ed ha pure sbagliato due calci di rigore. Vuol dire che poteva essere già a quota 6 gol dopo due gare. Come si dice? Tanta roba, scrive Mimmo Ferretti su "Il Messaggero".

Tra le non sorprese del torneo, c'è l'ennesima, clamorosa rimonta (30 negli ultimi 16 anni...) subita dalla Roma, stavolta a Cagliari. Non è bastato neppure il doppio vantaggio, con meno di un tempo da giocare, per tornare nella Capitale con i tre punti. Pessima gestione del risultato, pessima fase difensiva, eccessivo nervosismo, a scapito della qualità tecnica, nel controllare le operazioni. Tutta roba vecchia, nulla di nuovo. Come se gli innesti estivi, come se il lavoro di Luciano Spalletti a Trigoria fosse inutile. La Roma tira come nessun'altra squadra verso la porta avversaria (37 volte), eppure non è riuscita a fare bottino pieno in classifica. In quattro gare ufficiali, i giallorossi non hanno beccato gol solo nella partita d'esordio in campionato contro l'Udinese. La faccenda investe uomini e schemi, giocatori e allenatore, e, per forza di cose, non può non riguardare anche chi sta sopra squadra e tecnico. Il plateale tuffo a terra di Spalletti dopo l'ennesima palla-gol buttata al vento è sembrato più un gesto di disperazione che di rabbia: possibile, già alla prima trasferta di campionato, cedere alla disperazione? Oppure accusare la squadra di non lottare?