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rassegna stampa

Gravina: “Tifosi e riforme, ripartiamo”

Il presidente della Figc: "Spero di far ornare la gente sugli spalti già a gennaio ma al momento però non ho indicazioni da parte del Governo. Ogni decisione andrà condivisa e valutata in base al contenimento del virus"

Redazione

Giunto alla fine del suo primo mandato da Presidente della Federcalcio - già annunciata la sua ricandidatura - torna a parlare il numero 1 della FIGC Gabriele Gravina, in un'intervista rilasciata a Emiliano Bernardini su Il Messaggero. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Il calcio ha bisogno immediato di riforme: qual è la prima che farà in caso di rielezione?

"Metterò tutti intorno ad un tavolo per riprendere a discutere della riforma complessiva del sistema. Prima dello scoppio della pandemia avevamo iniziato un percorso per il rilancio definitivo del calcio italiano, che deve ridefinire un nuovo rapporto tra le Leghe. Solo dopo si potrà incidere sui format. Per rendere più snella e rappresentativa la Federcalcio che verrà, è mia intenzione convocare un'assemblea straordinaria per confrontarci".

La sua idea di format prevede play off e play out?

"Sono un grande sostenitore dei play off, ma non possiamo ridurre tutto solo a questo, le mie idee le proporrò nei tempi e con le modalità corrette. Quest'anno il campionato di Serie A è molto avvincente, eppure bisogna interrogarsi in continuazione su come renderlo sempre più incerto e affascinante".

L'obiettivo è far tornare i tifosi allo stadio: secondo lei è possibile già a gennaio?

"Questa è la nostra speranza. Al momento però non ho indicazioni da parte del Governo. Ogni decisione andrà condivisa e valutata in base al contenimento del virus".

Un tema molto importante è quello della riforma dello sport, qual è il suo giudizio e come sono i rapporti col ministro Spadafora?

"Ho sempre avuto un rapporto di grande rispetto e collaborazione con il ministro, per questo ho segnalato con tempestività tutte le criticità dei decreti. Alcune di queste sono rimaste, ma ci sono comunque delle cose positive come l'apprendistato, una mia vecchia richiesta. Sono convinto che possa essere un istituto che consentirà, soprattutto in Serie C e in parte anche in B, di rivedere la programmazione, abbassare i costi e dare un futuro ai calciatori, formandoli per il mondo che li aspetta una volta chiuso con il calcio".